Non bombe, ma matite per riscrivere il futuro

6 Ottobre 2015, 13:27

Bozan è un piccolo villaggio nei pressi del Monastero caldeo di Deva Maria ad Al-Qosh, in Iraq. Qui con l’esplodere della crisi irachena nel giugno 2014, centinaia di famiglie ezide provenienti da Bashiqa e Sinjar hanno trovato rifugio. Così nel corso dell’inverno scorso, insieme a Padre Jibrael, abbiamo distribuito aiuti per circa 300 famiglie.

Ma la crisi continua e i bisogni crescono giorno dopo giorno. Primo fra tutti la necessità di garantire continuità nel percorso scolastico ai bambini che hanno trovato rifugio in questo villaggio, e che lo scorso anno non hanno potuto seguire con costanza le lezioni a causa della distanza tra Bozan e la scuola più vicina. Troppi chilometri da fare a piedi tutti i giorni, senza mezzi di trasporto. Così Padre Jibrael, con tenacia, durante l’estate si è attivato per aprire una scuola a Bozan che i bambini ezidi sfollati e quelli ospitanti del villaggio potessero frequentare facilmente, ristrutturando e trasformando una grande casa in disuso in una vera e propria scuola con 6 aule e un’aula professori.

Anche in questo caso, abbiamo scelto di essere al fianco delle nuove generazioni. Come abbiamo fatto nel campo per sfollati cristiani ed ezidi di Ashti, ad Erbil, sostenendo Padre Emmanuel nella costruzione di una scuola “mobile” per non far percorrere chilometri ai bambini.

Ascoltando le richieste di Padre Jibrael, abbiamo scelto di destinare parte del finanziamento ricevuto dall’Ufficio 8×1000 della Tavola Valdese, nell’ambito del programa “Fuori dall’assedio”ai bambini del villaggio di Bozan, acquistando materiale scolastico (penne, zainetti, quaderni, matite colorate) per i 170 bambini che la frequenteranno. Oltre alle attrezzature (sedie e tavoli, un serbatoio d’acqua, stufe e scaffali) per completare l’allestimento della scuola.

Non bombe, quindi, ma matite e colori per riscrivere il futuro.

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