S.T.A.M.P., un altro anno a fianco dei migranti

22 Dicembre 2016, 12:17

Prosegue, e continuerà ad essere attivo per tutto il 2017, il progetto S.T.A.M.P., lo sportello mobile dedicato a migranti, transitanti, richiedenti asilo e rifugiati nell’area urbana di Roma, sostenuto dall’Ufficio 8×1000 della Tavola Valdese e portato avanti grazie al prezioso lavoro della rete “Resistenze Meticce”, costituita da sportelli di tutela legale, scuole di italiano per stranieri autogestite, servizi di orientamento sanitario e amministrativo, impegnati a promuovere ed animare, da anni, forme di mutualismo e di solidarietà nel campo del diritto all’accoglienza e all’asilo.

Durante il 2016 sono state numerose le attività svolte, principalmente a Roma, grazie alla versatilità di uno sportello mobile la cui utilità risiede proprio nel fatto di potersi spostare, intercettando i migranti laddove è più necessario, sulla scia di quanto fatto ai confini d’Europa con il progetto del “Solidarity Van”.

Anche l’idea di S.T.A.M.P. è quella di “muoversi lungo le frontiere”: le frontiere “ufficiali” i cui muri sono via via più visibili ma anche quelle interne, che squarciano la metropoli e che fanno dell’esclusione sociale e dell’emarginazione la loro parola d’ordine, alimentando razzismo e guerre tra poveri nella più completa assenza di welfare e diritti.

Se durante il 2016 il lavoro si è concentrato sulla categoria dei “transitanti” – coloro che erano solo di passaggio a Roma o in Italia, nel tentativo di proseguire il proprio viaggio altrove – il prossimo anno riguarderà tutti i richiedenti asilo, come impone di fare l’entrata a regime dell’approccio hotspot.

“Lo definiamo così perché, nella sostanza, gli hotspot sono dei luoghi di detenzione illegittima ma anche un metodo, che produce nuova clandestinità a partire dal momento dell’arrivo, attraverso la foto-segnalazione forzata ed il malfunzionamento di tutto ciò che riguarda le pratiche di applicazione del diritto d’asilo o delle richieste di relocation”, ci spiegano gli attivisti, che quest’anno si sono mossi a bordo del furgone di S.T.A.M.P. per fornire orientamento e assistenza legale gratuita a chi ne aveva bisogno.

“Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che hanno diritto di chiedere asilo o di essere inseriti nel programma di relocation, che fin qui si è rivelato piuttosto inefficace rispetto alle aspettative delle persone di raggiungere luoghi in cui ricostruire la propria vita”, ci raccontano.

“Persone le cui pratiche sono molto spesso mal gestite e che vedono negarsi la protezione internazionale perdendo in un sol colpo il diritto all’accoglienza e ad autodeterminare, senza paura, la propria esistenza; persone che fuggono dai centri di prima identificazione, per aggirare la logica del Regolamento di Dublino che per nulla tiene in conto i progetti e i legami di chi fugge, e che a costo di rischi davvero molto alti tentano di raggiungere altri luoghi di permanenza, lontano dall’Italia”.

Ed è stato anche questo il lavoro degli attivisti, degli operatori legali, dei maestri, dei medici, dei tecnici, dei volontari quest’anno. Accompagnare queste persone presso gli organi territoriali di competenza, aiutarli ad orientarsi in un sistema iper- burocratizzato e mal funzionante e, nel mentre, offrire loro orientamento sanitario, linguistico o anche solo una connessione wi-fi per potersi mettere in contatto con i propri familiari o svagarsi.

E lo “svago” e il piacere di ritrovare un brano di musica su Youtube, soprattutto per i giovani, ha la stessa dignità di altri bisogni che vengono loro attribuiti dalle istituzioni, sempre e soltanto in qualità di vittime e raramente di persone.

“Spesso le persone che si rivolgono a noi non sanno neanche se rientrano nel programma di relocation, se le loro domande sono state inoltrate agli organismi di competenza, se siano o meno in attesa: pagano il prezzo di una generale assenza di informazioni e di una cattiva gestione dell’accoglienza”, raccontano gli attivisti di S.T.A.M.P.

E’ a partire da queste considerazioni che S.T.A.M.P., per il 2017, si è dato nuovi obiettivi orientandosi in due direzioni: da una parte continuare ad intervenire a fianco dei migranti, cercando di intercettarli soprattutto nei luoghi in cui è maggiormente necessario, come le stazioni ferroviarie, “luoghi di riferimento per chi è escluso dall’accoglienza e tenta di proseguire il proprio viaggio”.

Dall’altra portando avanti una presenza in alcuni quartieri che presentano delle criticità evidenti come il Tiburtino III, “un territorio complesso, soggetto ad episodi di razzismo e xenofobia, in cui è necessario sostenere la presenza dei migranti in modo visibile, mettendoci in rete con altri soggetti del territorio”.

In questo ambito è nata una virtuosa collaborazione tra S.T. A.M.P e alcuni operatori e volontari della CRI che gestiscono il centro in via del Frantoio, accogliendo, ogni giorno, persone estremamente vulnerabili.

Infine, spiegano gli attivisti, “abbiamo ritenuto fondamentale agire anche su uno dei confini più spietati della città di Roma, quello segnato dall’Ufficio Immigrazione della Questura in via Teofilo Patini”. Un tema centrale e preoccupante sollevato da molte associazioni attive in città con cui S.T.A.M.P cerca di lavorare in rete. “E’ necessario monitorare le pratiche utilizzate in questi contesti dove spesso i diritti dei migranti sono violati. Non sono rari episodi di attese infinite e notti passate all’addiaccio, di richieste accolte con il contagocce, di colloqui senza interpreti, avvocati ne’ altre figure di garanzia. Anche per questo spesso i richiedenti asilo sono spesso rimandati indietro: noi vogliamo essere parte attiva delle reti di monitoraggio esistenti, per garantire una tutela effettiva delle persone che si rivolgono sia ai nostri sportelli fissi che a quello mobile”.

Per la primavera, un momento come ormai noto molto critico in Italia, e di conseguenza in Europa, per i nuovi arrivi, bisognerà essere preparati. Il progetto allora andrà anche a Taranto, dove è in funzione un hotspot, per provare a riprendere il viaggio sulle frontiere. Luoghi di arrivo, ma anche di transito e di respingimento.

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