A maggio 2016, nell’ambito del nostro lavoro per l’accoglienza dei migranti, e dopo diversi mesi trascorsi sull’isola di Lesbo, abbiamo ideato il nostro “Solidarity Van”.
Un “camper solidale”, attrezzato con pannelli solari, computer, una stampante, un’antenna in grado di creare un’area wi-fi ed un generatore per far ricaricare telefoni e dispositivi mobili.
Due operatori sono partiti verso i Balcani, dove si era spostato il flusso di migranti in fuga per tentare di varcare le frontiere d’Europa dopo l’entrata in vigore dell’accordo UE-Turchia, a gennaio 2016, per il respingimento dei migranti.
Abbiamo percorso e seguito la Rotta Balcanica “accompagnando” le famiglie in transito e fornendo loro la possibilità di ricaricare i telefoni, connettersi ad Internet, essere orientate sui loro diritti, i servizi di accoglienza, i tempi di attesa alle frontiere.
Un lavoro che in passato avevamo svolto a lungo sulla frontiera irachena, dove dal 2013 hanno iniziato ad arrivare centinaia di famiglie in fuga dalla guerra in Siria. Quanto imparato lì lo abbiamo portato tra la Serbia e l’Ungheria, dove il camper si è spostato per 3 mesi seguendo l’emergenza, terminando poi la sua missione nell’area di Salonicco.
Il Van è rientrato in Italia il 30 agosto, e tutte le nostre attrezzature sono state donate all’organizzazione serba “iHO”, con cui avevamo già collaborato in passato, e che continuerà a fornire assistenza ai migranti.