Minoranze in Iraq: un nuovo programma per i bambini

17 Aprile 2014, 14:33

Avviato nel mese di marzo un nuovo progetto che si propone di proteggere e favorire l’integrazione dei bambini delle minoranze irachene a Bashiqa e Qaragosh, città della Piana di Ninewa dove abitano cristiani, yazidi e tante altre comunità linguistiche e religiose.

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Tra i 5 e i 16 anni si sviluppa in genere la fase migliore della nostra vita. Si va a scuola, si impara tanto, dalle più elementari ai primi piccoli passi verso la conoscenza della storia, della matematica, della geografia. Si inizia a pensare in modo più articolato, si producono delle idee. Si gioca, si pratica sport, si canta, si danza. Ci si diverte e si apprezza la vita.Tuttavia ci sono luoghi e contesti come quello iracheno  in cui tutto ciò non accade.

 

Per tanti, troppi aspetti l’Iraq è un paese dove si vive ancora con enormi difficoltà, a più di dieci anni dalla fine del conflitto. Nell’ultimo anno conflitti politici e violenze di ogni genere hanno causato la morte di circa 9.000 persone. Il paese è tra i primi posti nella regione per il livello di corruzione. A questa situazione si aggiunge l’emergenza siriana, che nel paese si ripercuote con l’accoglienza di circa 220.000 rifugiati.

 

In una situazione del genere tra i 5 e i 16 anni sembra davvero difficile poter vivere all’insegna del gioco e dell’apprendimento. Soprattutto se si è parte di una minoranza religiosa e culturale irachena, nel paese con più minoranze del Medio Oriente. Minoranze che vengono discriminate troppo spesso in campo educatiovo come accaduto alcuni mesi fa quando è stato impedito agli studenti yazidi di entrare nella città di Mosul per frequentare l’Università. E da allora 100 studenti hanno dovuto lasciare gli studi.

 

Importante per le minoranze irachene è resistere e proteggere le loro comunità dalle persecuzioni. E’ lo stesso spirito con il quale Un ponte per… ha avviato, il mese scorso, la seconda fase di un progetto di sostegno e protezione degli studenti elementari e medi nel nord dell’Iraq. La prima fase del programma Yalla Nila’ab – “Andiamo a giocare” –, si è svolta nel 2012 ed era rivolta a 2.200 bambini, appartenenti a minoranze yazide, shabak, turcomanne e cristiane, ed aveva anche  l’obiettivo di lanciare una sfida.

 

Sfida contro la paura e l’angoscia con le quali si vive in contesti problematici come quello iracheno, dove essere diverso può essere una debolezza anziché una ricchezza. Dallo scoppio della guerra nel 2003, con l’invasione statunitense e il degenerare delle condizioni di sicurezza a Baghdad e nel sud dell’Iraq, ne è risultata una massiccia migrazione dei gruppi religiosi verso il nord Iraq e il Kurdistan iracheno considerate aree più sicure per le minoranze non musulmane.

 

Per questo abbiamo scelto di continuare il nostro impegno con una seconda fase nelle comunità che sono blindate da check-point nel timore di subire nuovi attentati, vivono protette da check-point e sempre sotto assedio. Nel nuovo progetto Nord Iraq: Riabilitazione di quattro edifici scolastici – educazione dei minori di minoranze sfollate” finanziato dal Ministero degli Esteri italiano e dalla Provincia Autonoma di Bolzano lavoreremo con il Consiglio Locale di Bashiqa, l’Ong irachena Al-Mesalla e la Yazidi Solidarity League.

 

Oltre a facilitare l’integrazione tra i minori delle comunità, una parte del nostro intervento sarà dedicata alla ristrutturazione di 4 scuole e all’allestimento di spazi per attività sportive e  ed educative. Ciò avverrà attraverso la distribuzione di materiali sportivi e ricreativi per circa 2.000 studenti delle 4 scuole. Per svolgere al meglio le attività saranno svolti una serie di corsi di formazione per il  corpo docente, partendo dalle tematiche ambientali e dai diritti umani.

 

Le attività educative e formative, oltre a coinvolgere le alunne e gli alunni, includeranno anche le loro famiglie e in generale i residenti delle aree di riferimento. Alle scuole verranno donati anche computer e attrezzature necessarie ad allestire aule informatiche.

 

Questo progetto è un altro tassello del programma per le minoranze di Un ponte per… che ci vede lavorare ora nei centri culturali, per i giovani e nelle scuole, oltre che con i rifugiati siriani. E tra loro abbiamo scelto di lavorare in particolare con i più giovani, fonte di speranza e ricchezza per il futuro.