Ponti, non muri. Un anno di impegno.

15 Febbraio 2016, 14:27

Il 2015 per noi è stato un altro anno di lavoro, impegno e costruzione di Ponti di pace. Quelli che insieme alle società civili dei paesi in cui operiamo abbiamo costruito in questi 25 anni; e quelli nuovi, che ci hanno visti stringere legami in Rojava e lavorare nell’accoglienza dei migranti sulle coste greche.

Questo è stato, e sarà anche nel 2016, il nostro impegno.

In Iraq siamo al fianco di centinaia di famiglie irachene sfollate, costrette ad abbandonare città e villaggi in seguito all’esplodere di una nuova guerra. Ma da oltre 20 anni siamo a lavoro con le comunità e le minoranze che hanno reso il paese uno straordinario mosaico di culture e identità. A tutela del loro patrimonio storico, e a sostegno di una società civile che si batte per costruire democrazia. Insieme a loro guardiamo anche al futuro, con nuovi e importanti progetti di peacebuilding, riconciliazione e dialogo tra comunità, in vista del ritorno nelle terre che saranno liberate dalla presenza di Desh. E continuiamo ad essere al fianco delle tante famiglie rifugiate siriane, che in fuga dalla guerra in Siria hanno trovato riparo nel Kurdistan iracheno.

Con loro, con i rifugiati palestinesi e con le donne della comunità ospitante siamo a lavoro anche In Giordania, per proteggere le vittime di violenza ed alleviare i traumi dei bambini. E ancora in Libano, insieme alle associazioni che lavorano con i rifugiati palestinesi e con i nostri Sostegni a distanza, per garantire cure mediche e continuità nei percorsi scolastici dei più piccoli.

Da un anno siamo a lavoro anche nel Rojava, l’area a maggioranza curda della Siria, dove abbiamo stretto nuove relazioni con gli amici della Mezzaluna Rossa Curda e dove abbiamo accompagnato tre carichi umanitari, gesti concreti di una solidarietà umana e politica che proseguirà anche quest’anno.

E siamo a lavoro in Palestina, a fianco degli agricoltori che difendono le proprie terre e dei Comitati popolari di resistenza nonviolenta attraverso gli Interventi civili di Pace.

Nei Balcani, per costruire ponti di pace e sostegno verso chi ancora paga il prezzo delle guerre.

Nel Mediterraneo, insieme agli attivisti internazionali che stanno costruendo un’altra Europa, dell’accoglienza e dei diritti: con una missione di volontari sull’Isola di Lesbo abbiamo avviato il nostro 2016. E in Italia, con un anno di micro-progetti portati avanti sui territori dai nostri Comitati locali per lavorare sul dialogo, la conoscenza reciproca e lo scambio con i rifugiati e richiedenti asilo che arrivano nel nostro paese. Dove continuiamo a batterci per tagliare le spese militari e tessere reti di pace difendendo i beni comuni.

In tutti questi luoghi lavoriamo ogni anno, su tutti questi obiettivi fondiamo il nostro impegno quotidiano.

 

Il nostro 2015 ve lo raccontiamo nel Rapporto Attività, clicca qui per scaricarlo.

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