Iraq. Ricucire il futuro

1 August 2017, 11:33

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Era il gennaio scorso quando nel campo per rifugiati siriani di Arbat, a Sulaymaniyah (Kurdistan iracheno) avviavamo un processo partecipativo rivolto alle donne siriane, irachene e curde per ideare insieme un progetto che fosse economicamente sostenibile.

Arbat_Cucito 1Ad Arbat ormai lavoriamo da tempo. Sia attraverso il nostro Centro giovanile che con numerosi progetti e attività che ci mettono ogni giorno in contatto con la comunità irachena sfollata, con quella siriana rifugiata e con quella curda ospitante, tutte accomunate dall’aver subito negli ultimi anni guerra, terrorismo, violenza.

Ad Arbat abbiamo fatto una cosa semplice: abbiamo riunito donne e uomini, giovani e adulti, per capire da loro quali fossero le attività di cui potessero avere bisogno e come sostenerle.

Tra quelle emerse, è stato subito chiaro che c’era l’interesse a creare un corso di cucito e sartoria per le donne, che in futuro sarebbe potuto diventare un’attività economica, remunerativa e sostenibile, in grado di garantire loro indipendenza.

Arbat_Cucito 2Abbiamo contattato un’azienda locale, per capire se ci fossero i margini per una collaborazione. L’azienda, dopo aver accettato la proposta, ha fornito due prototipi di una tuta da operaio in modo da farla riprodurre alle donne con cui lavoriamo.

Tre formatrici, 24 donne partecipanti – irachene, siriane e curde – e 3 mesi di scuola per iniziare: è così che è partito un laboratorio, ospitato sia al Centro giovanile di Sulaymaniyah che nel campo di Arbat, che speriamo in futuro possa continuare a camminare con le sue gambe. Per ora noi ci abbiamo messo lo spazio per lavorare, le macchine da cucire, i materiali necessari e molto entusiasmo.

Insieme a queste 24 donne abbiamo un altro pezzo di strada. Nel governatorato di Sulaymaniya infatti, il nostro lavoro ruota intorno a tre Centri aggregativi giovanili (Sulaymaniya città, Arbat città, Campo per rifugiati siriani di Arbat).

Arbat_Cucito 4

Il nostro obiettivo è connetterli, unendo le persone che li animano e li frequentano attraverso attività che puntano alla coesione sociale tra diverse comunità.

La linfa vitale di un processo di scambio e conoscenza reciproca che crediamo fondamentale per costruire un futuro di pace e convivenza.

Magari, partendo da una macchina da cucire.

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*Foto Federico Guarino