Siria. UPP fronteggia una nuova emergenza umanitaria nel campo di Al Hol

9 July 2019, 15:05

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Comunicato stampa
Siria. Nuova emergenza umanitaria nel campo profughi di Al Hol
Una catastrofe umanitaria rischia di consumarsi nel campo di Al Hol, in Siria, che accoglie le persone in fuga dalle ultime battaglie contro Daesh (Stato Islamico). L’intervento e la denuncia di “Un Ponte Per…”, unica ONG italiana presente in loco e tra le poche internazionali.

 

Roma, 9 luglio 2019 – Una nuova catastrofe umanitaria rischia di consumarsi nel campo di Al Hol, nella Siria nord orientale. In meno di 4 mesi, tra dicembre 2018 e marzo 2019, sono arrivate 64.000 persone. Il campo ne ospitava fino a quel momento appena 9.000.

La rapida ed improvvisa espansione del campo è una diretta conseguenza degli ultimi combattimenti contro Daesh in Siria, ed in particolare nell’area di Baghouz, che hanno generato l’esodo di massa di migliaia di persone, e un’escalation di emergenze umanitarie e sanitarie.

Negli ultimi 4 mesi nel campo sono arrivate 60.000 donne e bambini, di cui 30.000 hanno meno di 12 anni e quasi 600 sono affetti da malnutrizione grave. A causa dell’emergenza si registrano 2 decessi al giorno per malattie che, in altre condizioni, sarebbero curabili.

Per rispondere a questa nuova crisi umanitaria, l’ONG Un Ponte Per…(UPP), attiva nel paese dal 2015, sta lavorando in stretta collaborazione con la Mezzaluna Rossa Curda (Heyva Sor a Kurd) nei 4 Centri sanitari che le due realtà hanno aperto nel campo, attivi 7 giorni su 7, 24 ore su 24, con un sistema di ambulanze e un servizio di primo soccorso.

Dal 2017 UPP è infatti operativa all’interno del campo di Al Hol, unica ONG italiana presente e tra le poche internazionali.

La situazione è drammatica. Sono le stesse condizioni del campo – come la scarsità di acqua potabile o di servizi igienici adeguati – a causare le patologie più diffuse che ci capita di trattare. Purtroppo dobbiamo testimoniare che l’intera mobilitazione internazionale a sostegno dell’intervento umanitario in Siria non è sufficiente per rispondere ai reali bisogni”, spiega Domenico Chirico, Direttore dei Programmi di UPP, appena rientrato da una missione nel paese.

Nel giro di 4 mesi il campo è passato da 9.000 a 80.000 presenze, mettendo a dura prova le capacità di gestione della struttura. Il numero di persone è troppo elevato, e ad affrontare la situazione ci sono solo le ONG”, sottolinea Chirico.

I bambini rischiano di morire per malattie curabili: diarrea, malnutrizione e tubercolosi sono molto diffuse tra i nuovi arrivi.

Per questo, UPP ha lanciato una campagna di denuncia e raccolta fondi a supporto del suo intervento.

Tra le iniziative messe in campo, anche la creazione e la formazione specializzata fornita a team di Operatori e Operatrici Sanitaria di Comunità (Community Health Workers – CHWs), persone che vivono nel campo e che rappresentano il primo contatto con i servizi sanitari disponibili.

Tra i loro obiettivi quello di promuovere campagne di prevenzione “porta a porta” (come quelle lanciate contro Tifo e Colera, per evitare epidemie), e fornire prime diagnosi e trattamenti salvavita in casi di malattie curabili, ma che possono diventare mortali per bambini al di sotto dei 5 anni.

Un intervento umanitario d’emergenza, questo, che va a collocarsi in un più ampio spettro di azioni che UPP porta avanti nel paese dal 2015, in stretta collaborazione con la Mezzaluna Rossa Curda.

 

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