Giordania: un caffè per abbattere i pregiudizi

14 September 2021, 12:16

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Nel 2019 a Russayfeh abbiamo aperto insieme ad Our Step una caffetteria gestita da persone con disturbi mentali o disabilità. Crediamo che il lavoro sia la strumento migliore per combattere l’emarginazione, lo stigma e la discriminazione sociale che subiscono le persone con disturbi e disagi mentali. A tal fine lavoriamo da anni in Giordania per l’inclusione sociale e lo sviluppo delle umane potenzialità di tutte le persone.

Come Un Ponte Per (UPP) siamo presenti in Giordania dal 2004. Sin dal principio abbiamo collaborato con organizzazioni della società civile giordana in progetti che riguardano la riforma del diritto di famiglia, l’assistenza sanitaria, psicosociale e legale per rifugiati/e, la protezione e l’assistenza delle lavoratrici migranti, la creazione di opportunità di lavoro per giordani/e e rifugiati. Sin dal 2017, attraverso numerosi progetti, abbiamo offerto sostegno alle persone con disabilità in partenariato con organizzazioni locali nelle aree di Amman, Irbid, Karak, Ma’an e Zarqa. Tra le organizzazioni con cui abbiamo collaborato negli anni c’è Our Step, un partner particolarmente efficace nell’implementazione di progetti che sostengono le persone con disabilità. Our Step è una ONLUS giordana nata nel 2010, il cui operato si concentra sul supporto a persone con disturbi e disagi mentali in situazioni vulnerabili. Il suo obiettivo principale è quello di fronteggiare lo stigma, l’emarginazione e la discriminazione sociale e lavorativa che subiscono le persone con disturbi e disagi mentali in Giordania, promuovendo allo stesso tempo la loro inclusione all’interno della società e lo sviluppo umano delle loro potenzialità e abilità. Le attività proposte da Our Step – ad oggi unica organizzazione in Medio Oriente ad essere stata fondata e gestita da utenti dei servizi di salute mentale – si focalizzano su due principali ambiti di intervento: il sostegno psicosociale alle persone con disabilità intellettive e la sensibilizzazione, all’interno della società, sul tema della disabilità.


Il contesto dell’iniziativa

L’analisi che abbiamo intrapreso insieme a Our Step, nelle aree di intervento del progetto, ha fatto emergere come necessità primaria quella di creare maggiore occupazione lavorativa per le persone con disabilità, escluse dalla forza lavoro a causa dello stigma sociale che accompagna la loro condizione, spesso già a partire dal nucleo familiare. Inoltre, la mancanza di incentivi capaci di incanalare il loro potenziale, ostacola ulteriormente la loro impiegabilità. L’accesso all’impiego è contrastato sia dalla discriminazione da parte di datori di lavoro e colleghi, sia dall’impossibilità, in alcuni casi, di poter garantire costanza nel lavoro per via delle frequenti visite mediche o ricoveri temporanei. Da qui nasce il bisogno di trovare impiego in ambienti comprensivi, inclusivi e con orari flessibili.


Come e perché nasce il progetto Bina’ Jusur?

Il progetto Bina’ Jusur è un’iniziativa realizzata nel settore livelihood, in  collaborazione tra noi di Un Ponte Per (UPP) e Our Step, per la creazione di una caffetteria: Our Step Buffet nella città di Russayfeh. Il progetto è stato concepito con l’obiettivo di creare opportunità lavorative dignitose e sostenibili per persone con disabilità motorie, sensoriali, psicosociali e con disturbi mentali, attraverso l’accesso ad una formazione professionale, coinvolgendo gli/le utenti in attività redditizie. Abbiamo coinvolto sia la comunità rifugiata che quella ospitante giordana nei governatorati di Amman e Zarqa, con un particolare focus sulla città di Amman e la municipalità di Russayfeh, nel Governatorato di Zarqa. Nel contesto di Russayfeh, città del nord della Giordania – considerata una zona ad alto tasso di disoccupazione e un elevato numero di persone dipendenti da sostanze stupefacenti – abbiamo deciso di aprire una caffetteria per dare alle persone con disturbi mentali l’opportunità di lavorare in un ambiente finalmente inclusivo.

“In altre compagnie e con altri datori di lavoro, sono sempre stato costretti a lasciare il lavoro, a causa della rigidità degli orari di entrata ed uscita. Qui le relazioni tra dipendenti della caffetteria sono caratterizzate dal sostegno reciproco. Ogni volta che uno di loro ha una difficoltà, o ha bisogno di prendersi un giorno libero, gli altri empatizzano. Sanno perché un/a collega quel giorno urla, o non è di buon umore, sono molto comprensivi/e gli uni con le altre.
Se qualcuno non si presenta a lavoro, vengono divise le ore di quel giorno nel resto dei giorni della settimana, in modo che quella persona non debba rinunciare ad una parte di salario”, racconta Amira Al-Jamal, Presidente di Our Step.

Abdallah, uno dei lavoratori, descrive così l’ambiente di lavoro della caffetteria:

“Quello che ho trovato lavorando con Our Step, e mai avevo trovato in altri luoghi di lavoro, sono sollievo, senso di sicurezza e comprensione, soprattutto per la mia depressione”.

Grazie al sostegno di AICS, siamo riusciti a fornire ad Our Step l’assistenza tecnica e l’equipaggiamento necessari ad assumere cinque lavoratori per avviare la caffetteria, tutti utenti di servizi di salute mentale. Abbiamo condotto training pratici e teorici sulla preparazione del caffè, sui rapporti con la clientela, sulla gestione della cassa della caffetteria e l’acquisto e la negoziazione per le forniture necessarie. I risultati sono stati sorprendenti. Abbiamo badato a intonacare e dipingere le pareti, sistemato l’impianto elettrico e idraulico, fornito strumenti come le uniformi, le insegne, i macchinari, il macinacaffè, la macchina per lo zucchero filato, il frigorifero, i miscelatori, ed altri materiali necessari per l’avvio della caffetteria.

“L’idea della caffetteria assomiglia ad un nostro proverbio locale: ‘Chi usa l’acqua non perde nulla’. Tutto ciò che fai con l’acqua – come il caffè o il tè – non ti fa perdere nulla, puoi solo guadagnarci” – Amira Al-Jamal, Presidente di Our Step.

L’idea della caffetteria nasce con l’obiettivo di aumentare le capacità di creare lavoro di Our Step, che quando abbiamo conosciuto contava già uno staff di sei impiegati in cura psichiatrica. L’espansione dei servizi di Our Step ha permesso di assumere altri cinque impiegati, attraverso la nuova caffetteria che l’organizzazione stessa ha preso in gestione diretta.


I risultati raggiunti

Durante i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2018, il nostro personale si è occupato di formare i lavoratori e accompagnarli psicosocialmente. Un nostro formatore, Mohammad Karboush, racconta:

“All’inizio è stato difficile insegnare a preparare il caffè, ad alcuni ragazzi tremavano le mani, altri erano timidi con la clientela o avevano paura di non essere accettati dalle persone, per via dei loro disturbi. Quindi oltre alla formazione strettamente lavorativa, ho cercato di incoraggiarli a credere in sé stessi”.

La caffetteria viene gestita da Amira Al-Jamal, Presidente di Our Step, con il sostegno di altre figure.

Hanno beneficiato inizialmente di questa attività cinque uomini giordani tra i 18 e i 55 anni con vari tipi di disturbi, come disturbi della personalità, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo e deficit dell’attenzione, e poi molti altri. Ahmad S. racconta entusiasta che l’esperienza nel team della caffetteria è stato un trampolino di lancio.

“Dopo svariati mesi ho lasciato il lavoro alla caffetteria, e ora sono impiegato in un’azienda che si occupa di informatica ad Amman, mi sono specializzato in design grafico e marketing online. L’esperienza con la caffetteria mi ha aiutato molto, sotto tanti aspetti. Ho potuto lavorare in un ambiente dove tutti gli esseri umani sono rispettati, senza discriminazione. Questo mi ha reso forte e sicuro, ed ora svolgo il lavoro che ho sempre sognato e che prima era solo una passione”.

L’impatto della caffetteria non è limitato soltanto all’empowerment economico dei beneficiari, ma si è manifestato anche come un profondo contributo alla loro integrazione sociale tramite il lavoro.

L’approccio ‘pragmatico’ è uno degli aspetti più significativi del progetto per i ragazzi che hanno partecipato. Come racconta Mohammad A. S.

“La pratica è ciò che è più importante perché adesso sto finalmente lavorando, non sono più disoccupato e non devo stare seduto a casa senza fare niente. Adesso so che le persone con disturbi mentali possono essere impiegate, e questo è di grande conforto e sostegno per tutti noi”.

In termini di rapporti con la clientela, le difficoltà maggiori sono emerse con clienti non abituali, difficilmente con la comunità di Russayfeh, come ad esempio i proprietari dei negozi o i vicini. Quando i dipendenti della caffetteria hanno realizzato che la maggior parte dei clienti sarebbero semplicemente entrati, avrebbero acquistato qualcosa e sarebbero usciti in maniera rispettosa e pacifica, hanno trovato la forza di non curarsi di episodi sporadici di molestie e bullismo.

Tuttavia, il lavoro di sensibilizzazione sui diversi disturbi di salute mentale è ancora tanto, come spiega Ahmad:

“Le persone a Zarqa sono diverse da Amman, a volte non credono realmente che con la balbuzie io abbia un problema, pensano che io stia solo scherzando o li stia prendendo in giro. Aumentare la conoscenza sulla salute mentale è davvero importante per far sì che episodi come questi scompaiano”.


Perché la caffetteria può essere considerata una buona pratica
L’esperienza della caffetteria di Russayfeh rappresenta un esempio concreto di intervento con un approccio di sviluppo inclusivo, mettendo al centro dell’azione gli attori principali del cambiamento sociale, rispetto alle tematiche della disabilità e della salute mentale: gli attivisti e le attiviste che formano le Organizzazioni di Persone con Disabilità.

Abbiamo lavorato fianco a fianco con Our Step, supportandoci a vicenda, professionalmente e psicologicamente.
Come racconta Yousef Msarsa’, Capo Ufficio di UPP in Giordania:

“Sia prima che durante la realizzazione dell’attività della caffetteria, abbiamo affrontato molteplici sfide. È stata una vera lotta, in particolare per Amira Al-Jamal, la Presidente di Our Step, perché non ha alcun appoggio. UPP l’ha supportata passo dopo passo, preparando tutti i documenti necessari e supportandola emotivamente nei momenti più difficili. Ci siamo assicurati di starle a fianco sia a livello personale che professionale, fino a quando non abbiamo ottenuto tutti i permessi e acquistato tutto il materiale”.

Il sostegno psico-sociale è stato fondamentale anche con i ragazzi della caffetteria, e questo duplice approccio, professionale e psicosociale, ha permesso ad Our Step e ai lavoratori di partecipare a tutte le fasi del progetto sia come attori protagonisti che come beneficiari.

Il sostegno alle persone con disabilità segue l’approccio dell’azione umanitaria consigliato dall’Inter-Agency Standing Committee (IASC), offrendo diretto supporto nello sviluppo della loro capacità. Infatti, l’esperienza formativa e il lavoro pratico hanno permesso ai beneficiari di aumentare le loro possibilità di accedere al mondo del lavoro, anche al di fuori della caffetteria. Come racconta infatti Ahmad S.:

“I molteplici corsi di formazione a cui ho avuto la possibilità di partecipare e l’esperienza di lavoro nella caffetteria mi hanno permesso di accedere ad opportunità lavorative e di trovare impiego anche al di fuori di Our Step”.

Abbiamo coinvolto totalmente le Organizzazioni di Persone con Disabilità nell’identificazione delle barriere, nella pianificazione, progettazione, attuazione monitoraggio e valutazione dei progetti di sostentamento e inclusione economica. Ciò ci ha permesso di identificare quelli che erano gli ostacoli presenti negli ambienti di lavoro convenzionali. La loro forte presenza nella comunità e la conoscenza dell’area hanno permesso di sviluppare l’idea innovativa di una caffetteria come modello per un ambiente di lavoro inclusivo che potesse andare oltre alla rigidità degli orari di lavoro e quindi finalmente adattarsi ai ritmi delle persone con disturbi.

La caffetteria è stata aperta in Giordania proprio in un momento storico di importante riforma giuridica e sociale sul tema della disabilità, ancora in corso, e che va nella direzione di una società più inclusiva. Finalmente anche la legge stabilisce che la disabilità non va considerata di per sé una barriera d’accesso al mondo del lavoro.

L’approccio pragmatico di fronte al problema dell’esclusione lavorativa di persone con disturbi mentali e la collaborazione con il partner locale Our Step ha permesso di riscontrare un reale impatto sulla comunità di Russayfeh.


Sostenibilità dell’intervento

Siamo da sempre convinti/e dell’importanza di un approccio sostenibile per le attività di avviamento lavorativo, cercando costantemente soluzioni che garantiscano la massima continuità e un impatto positivo duraturo su tutta la comunità. Per questi motivi insieme ad Our Step abbiamo privilegiato la formazione ed il sostegno all’auto-imprenditoria e l’auto-impiego per le persone più marginalizzate e con disturbi mentali nella zona di Russayfeh, in quanto di solito sono persone escluse da opportunità lavorative continuative e formali. Fondamentale è stato l’approccio  di Our Step, costantemente basato sul raggiungimento dell’autonomia dei beneficiari e la loro integrazione nella vita della comunità. Elementi che ci sembrano imprescindibili per garantire la sostenibilità degli interventi.

La Presidente di Our Step, Amira Al-Jamal, risponde così riguardo alla sostenibilità del progetto:

“Sì, certo che la caffetteria continuerà a rimanere aperta. Ha una duplice funzione, supporta sia le persone con disturbi mentali sia Our Step stessa, in quanto attraverso i ricavati della caffetteria riusciamo anche a sostenere alcune spese della nostra organizzazione. Le storie di successo devono poter continuare: il lavoro della caffetteria dimostra che le persone con disturbi mentali sono in grado, sono capaci, possono dedicare il loro tempo e i loro sforzi al lavoro, e possono continuare a farlo nonostante i momenti di difficoltà”.

La sostenibilità è garantita dalla formazione professionale ricevuta dai lavoratori che ha dato ai partecipanti la possibilità di acquisire capacità realmente spendibili nel mercato del lavoro. Sono stati rilasciati certificati di completamento del corso e del tirocinio ad ogni partecipante, in modo da facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro.

La nostra strategia d’uscita è chiara: tutti i macchinari e l’equipaggiamento acquistati nell’ambito dell’intervento sono stati devoluti ad Our Step, così da permettere all’attività di continuare senza interruzioni.
Ahmad S., uno dei lavoratori, ci spiega chiaramente gli effetti della collaborazione tra Un Ponte Per ed Our Step:

“Il sostegno di Un Ponte Per ad Our Step significa sostenere anche me, che ho l’opportunità di partecipare a molti corsi di formazione e attività diverse. Questo mi dà la possibilità di interagire finalmente con molte persone e di stringere rapporti, tutto ciò è di grande sostegno per me”.

Tratto dal report “L’inclusione della disabilità nell’aiuto umanitario: l’azione della Cooperazione italiana in Giordania”