Tunisia. Scrivere per (R)esistere

11 October 2022, 14:30

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Conclusa la II edizione della scuola femminista “Lina Ben Mhenni”

La prima edizione si era svolta nel 2021 a Kelibia, sotto lo slogan “Pensiamo queer, agiamo intersezionalmente”, ed era stata un grandissimo successo. Quindici giovani artiste e attiviste, selezionate attraverso un bando, avevano partecipato a momenti di scambio di pratiche e dibattito sul femminismo queer e intersezionale, presentando poi i loro progetti, rappresentativi di una nuova e giovane generazione di femministe tunisine.

Quest’anno è tornata e si è appena conclusa con un nuovo successo la Scuola di scrittura femminista organizzata dall’Associazione Lina Ben Mhenni – creata dalla famiglia della giovane attivista e giornalista tunisina prematuramente scomparsa – e che siamo particolarmente felici di sostenere insieme all’Ambasciata del Canada in Tunisia. Con l’Associazione portiamo avanti dal marzo 2022 anche “Kutub Hurra” (Libri a Porti Aperti), un “ponte” ideale fatto di libri in viaggio tra la Tunisia e le carceri italiane. Un progetto fortemente voluto dai genitori di Lina Ben Mhenni, per colmare il vuoto di testi in lingua araba negli istituti penitenziari italiani. L’Associazione ci ha donato moltissimi libri raccolti in vita dall’attivista che sono stati portati in diverse carceri della Toscana.

Per questo siamo stati/e particolarmente felici di tornare a collaborare con la Scuola femminista anche nel 2022.

L’Associazione ha scelto quest’anno il tema “Scrivere per creare, scrivere per resistere”, decidendo di concentrarsi sulla scrittura femminista attraverso dibattiti, tavoli di lavoro e scambi di buone pratiche a cui hanno partecipato attiviste, scrittrici e giornaliste molto note nel panorama culturale giovanile tunisino.

“E’ importante ricordare che la scrittura, l’elaborazione del pensiero e l’auto-riflessione non sono mai stati un terreno facilmente concesso alle donne. Hanno conquistato il diritto alla parola nonostante l’opposizione maschile, creando spazi di resistenza all’egemonia patriarcale”, ricordano le ideatrici della Scuola. “Ma sono state proprio la scrittura, l’autobiografia, la narrativa, la poesia e il giornalismo a rappresentare le forme più efficaci di resistenza, e oggi possiamo parlare di linguaggio esclusivo, approccio di genere alla scrittura, destrutturazione del sistema patriarcale. Molti movimenti femministi hanno reso la scrittura una pratica militante, che ha aperto la strada a molte donne per portare le proprie storie personali nel dibattito pubblico”, proseguono.

tunisia scuola femminista

Durante questa edizione della Scuola, aperta come sempre a chiunque volesse partecipare – donne, persone della comunità Lgbtqi+ e persone che si identificano nel genere femminile – attraverso un bando gratuito, si è discusso della scrittura femminista come strumento per reclamare agibilità politica nello spazio pubblico. “Proprio come ha fatto Lina in vita – concludono le attiviste – attraverso racconti personali, poesia, scrittura giornalistica politica, abbiamo voluto offrire uno spazio di comune riflessione alle donne”.