Gaza: cease fire now
“Se sembra un genocidio, se ‘suona’ come un genocidio e se i responsabili lo chiamano genocidio, allora è un genocidio” cit. Andrew Murray, vice presidente di Stop the War Coalition
Nelle ultime ore le vittime dei raid israeliani sulla striscia di Gaza sono arrivate a 10.000, di cui quasi la metà è rappresentata da bambini e bambine. Ormai da settimane Israele bombarda campi profughi, ospedali, ambulanze, centrali elettriche e infrastrutture idriche.
A Gaza i panifici non fanno più il pane e a breve l’unica acqua rimasta alla popolazione civile sarà quella del mare.
Ottantotto dipendenti delle Nazioni Unite e 175 operatori/trici sanitari/e sono rimasti/e uccisi/e dai bombardamenti israeliani.
Nel mentre, diverse prove suggeriscono l’uso israeliano di bombe al fosforo bianco, tanto nel nord di Gaza quanto nel sud del Libano. Inutile girarci intorno: stiamo assistendo a un genocidio, il cui obiettivo ultimo sembra essere quello di “svuotare” completamente Gaza, riducendola ad una landa desertica “ripulita” dalla sua popolazione.
Come donne e uomini per la pace ci chiediamo, quale livello di atrocità è ancora sopportabile prima che la comunità internazionale imponga un cessate il fuoco? A quanti altri crimini di guerra, a quante altre migliaia di vittime saremo costretti/e ad assistere prima che si fermi questa punizione collettiva su una popolazione inerme?
Occorre fermare subito il massacro, occorre un cessate il fuoco.
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Un Ponte Per come membro dell’Associazione delle Ong Italiane (AOI) rilancia la raccolta fondi promossa dalla rete per portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.
Le donazioni raccolte da AOI saranno destinate, non appena possibile, all’acquisto e distribuzione di beni di prima necessità individuati in coordinamento con le Nazioni Unite e il Ministero della Salute Palestinese.
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