“Ezidi in Iraq”, un libro necessario

28 July 2016, 17:10

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Appena pubblicato e presentato nel Kurdistan iracheno il nostro libro “Ezidi in Iraq”: una ricerca per conoscere la comunità ezida, e non dimenticare le persecuzioni che ha subito. 

Storia, le credenze, gli usi e i costumi; l’immenso patrimonio culturale e religioso, tramandato per via orale; i falsi stereotipi e le persecuzioni; la voglia di raccontarsi, la necessità di conservare la memoria di ciò che è stato: c’è questo e molto altro nel libro “Ezidi in Iraq. La memoria, le credenze e l’attuale genocidio“, a cura di Sa’ad Salloum, che abbiamo appena pubblicato e presentato il 28 luglio 2016 a Dohuk, per commemorare il triste anniversario della fuga di centinaia di migliaia di ezidi dalle loro case e città nell’estate del 2014, in seguito all’avanzata di Daesh.

Un attento e scrupoloso lavoro di ricerca, condotto da uno dei massimi esperti in materia, che abbiamo voluto realizzare nell’ambito del nostro progretto “Out of the Siege” (Uscire dall’assedio), pensato per incoraggiare il dialogo inter-religioso e la trasformazione del conflitto in Iraq e in Libano.

La pubblicazione del volume – in lingua inglese ma presto disponibile anche in italiano – è stata possibile grazie al sostegno della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e della Flora Family Foundation, e rappresenta un ulteriore tassello del nostro decennale lavoro di tutela e protezione dell’immenso patrimonio culturale iracheno.

Di seguito la prefazione, a cura della presidente di “Un ponte per…”, Martina Pignatti Morano, e l’indice dei contenuti.

 

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Prefazione

A fianco della comunità ezida

Noi di “Un ponte per…” abbiamo sempre considerato gli attivisti ezidi come cari amici e coraggiosi difensori dei diritti umani, in lotta per proteggere il proprio popolo dalle persecuzioni. Quando accompagnavamo delegazioni italiane nel nord dell’Iraq e volevamo far capire alle persone quanto ricco e complesso fosse il patrimonio culturale iracheno, le guidavamo sempre al santuario ezida di Lalish. Ma molti aspetti della loro vita e cultura ci rimanevano sconosciuti. Ad esempio, per anni abbiamo continuato a chiamarli yazidi, ignari che quel nome rappresentasse il tentativo da parte di alcuni di dipingerli erroneamente come seguaci del Califfo omayyade Yazid I – e dunque arabi –, o addirittura di attribuire loro la responsabilità dell’assassinio dell’Imam Hussein.

Poi, nel 2014, tutto è cambiato.

La dimensione delle persecuzioni precedenti che gli ezidi avevano subito nella storia ha assunto i caratteri del genocidio dopo l’avanzata di Daesh e la sua conquista di una vasta area della Piana di Ninive. Daesh ha occupato gli uffici dei nostri partner di tanti progetti,  l’associazione “Azidi Solidarity and Fraternity League”, e i nostri amici sono diventati sfollati interni che ci hanno dovuto raggiungere ad Erbil e Dohuk.

Da quel momento abbiamo iniziato a collaborare con gli attivisti ezidi che volevano documentare le violazioni dei diritti umani che avevano subito, e provare che i massacri, la riduzione in schiavitù delle donne e dei bambini, le conversioni forzate e l’esilio potevano essere definiti come “genocidio”. E questa, alla fine, è stata anche l’opinione espressa dall’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, che lo ha stabilito in un report ufficiale del marzo 2015.

Ma denunciare i crimini, chiedere che vengano perseguiti i colpevoli e aiutare le vittime a superare il trauma non è abbastanza. Per sostenere il popolo ezida nella sua lotta per la sopravvivenza dopo 73 tentativi di sterminio subiti, è ancora più importante diffondere informazioni corrette e dettagliate sulla loro storia e cultura. Siamo quindi profondamente grati al nostro collega Saad Salloum per aver realizzato questo dettagliato e affascinante studio sugli ezidi, che aiuterà molti, in Occidente e in Medio Oriente, a comprendere chi siano e quali prospettive di sopravvivenza abbiano per il futuro.

Questo studio è stato pubblicato nell’ambito del nostro progetto “Out of the Siege” (Uscire dall’assedio), pensato per incoraggiare il dialogo inter-religioso e la trasformazione del conflitto in Iraq e in Libano, grazie al sostegno della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

Il programma “Out of the Siege” ha l’obiettivo di difendere le identità culturali, promuovere il dialogo e costruire relazioni tra le comunità che appartengono a diverse religioni e culture in Iraq e in Libano. Il progetto unisce diversi gruppi di minoranza dando loro l’opportunità di lavorare insieme per la protezione dei loro patrimoni storico-culturali, promuovendo attività giovanili e una cultura di dialogo e nonviolenza. Ha una speciale componente dedicata alla costruzione di relazioni di cooperazione inter-religiosa e scambio tra le diverse comunità irachene, attraverso il restauro di antichi libri, manoscritti, e la salvaguardia di preziosi archivi.

Infine, nell’ambito del progetto sono state sviluppate importanti ricerche per raccogliere storie e testimonianze sulle persecuzioni subite dalle minoranze irachene, e in modo particolare dalla comunità ezida. La pubblicazione di questo volume è un primo risultato di questo lavoro.

Martina Pignatti Morano – Presidente “Un ponte per…”

 

 

Indice

Capitolo I – Ezidi: Credenze, Caste, Mitologia
I.Etimologia
II.Demografia
III.Caste
IV.Testi sacri
V.”Chest Science” e patrimonio orale
VI.Mitologia e credenze

Capitolo II – Miti e Stregoneria
I.La scuola orientalista: inventare una comunità fuori dalla storia
II.La scuola araba: lo stereotipo islamico del gruppo eretico
III.La scuola ezida: rompere il silenzio

Capitolo III – Identità ezida: correnti moderne
I.L’identità curda
II. L’identità araba
III.La nazionalità ezida
IV. La particolarità ezida
V.L’identità civica

Capitolo IV – Gli Ezidi e le politiche statali nell’Iraq contemporaneo
I.La politica del takfir
II.La politica di annessione
III.La politica di assimilazione
IV.La politica di fusione
V.La politica del reclutamento

Capitolo V – Ezidi: Dallo Stato-Nazione allo Stato di comunità

I.Riconoscere gli Ezidi
II.Relazioni tra religione e Stato
III.Violenza e lotta per le aree contese
IV.L’ascesa dell’Islam militante
V.I discorsi di odio religioso

Capitolo VI – L’attuale genocidio degli Ezidi
I.Fatti
II.Accogliere le donne sopravvissute
III.Il conflitto in Sinjar

Capitolo VII – Scenari futuri per gli Ezidi in Iraq
I.Lo scenario dell’integrazione di massa
II.Lo scenario delle riforme interne
Riformare le istituzioni religiose
Riformare il sistema delle caste
Pro e Contro
III.Lo scenario delle zone speciali sotto tutela internazionale
IV.Lo scenario delle aree speciali per gli Ezidi

Conclusioni
Note e riferimenti