Sahti

28 February 2015, 14:37

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Stare al fianco della comunità siriana rifugiata in Giordania, ma anche di quella ospitante. Con un’attenzione particolare alle donne, che portano il peso maggiore dello sradicamento dovuto alla guerra: è stato questo l’obiettivo di  “Sahti!” (La mia salute), un progetto di intervento svolto in Giordania nel 2015, in linea con quanto precedentemente fatto con il programma “Hemayati”.

Sostenuto dalla Cooperazione italiana e portato avanti con la Jordanian Women’s Union (JWU), ha avuto come focus la salute e la protezione delle donne e delle loro famiglie.

Due team leader, una contabile, tre medici generici, quattro infermiere, una dentista, un oftalmologo, uno psicologo, due avvocate, due operatrici sociali: questa la squadra di lavoro che ha operato in 3 cliniche della JWU ad Amman, Irbid e Zarqa. In sei mesi di lavoro abbiamo fornito assistenza sanitaria, dentistica ed oftalmica ad oltre 4.300 donne; 450 coloro che sono state assistite a livello psico-sociale, mentre 104 hanno ricevuto assistenza legale e 130 vittime di violenza hanno trovato un luogo sicuro in cui stare grazie ad una casa-rifugio predisposta.

A questo si è aggiunto come sempre l’intervento di una clinica mobile, sempre pronta ad intervenire nei casi di necessità o per le distribuzioni gratuite di medicinali.

Un intervento che si è inserito nel solco di anni di lavoro in Giordania con le comunità rifugiate e ospitanti, che continuiamo a portare avanti con numerosi progetti. Accogliere, proteggere, sostenere e orientare chi fugge dalla guerra e tenta di ricostruire una vita normale: in Iraq come in Giordania resta questo l’obiettivo principale del nostro lavoro.