Al via le lezioni per i bambini siriani in Giordania

23 Giugno 2016, 12:47

Sono iniziate le lezioni per i bambini siriani rifugiati in Giordania del nostro progetto “Learning4Life”: per garantire un percorso scolastico a chi è rimasto fuori dalle strutture formali perché fuggito dalla guerra. 

Sono iniziate a maggio e continueranno fino a settembre le lezioni per i giovani rifugiati siriani beneficiari del progetto Learning for Life che abbiamo avviato in Giordania per rispondere alla crisi del settore educativo locale, messo in ginocchio dall’aumento dei rifugiati siriani in età scolare arrivati nel paese.

La Giordania è il terzo paese della regione per numero di rifugiati siriani ospitati, cifre che, dall’inizio della crisi siriana, sono aumentate costantemente, creando notevole pressione sul sistema socio-economico del paese.

Fin dall’inizio della crisi siriana, la Giordania ha risposto in maniera positiva al notevole afflusso di rifugiati nel suo territorio, grazie soprattutto ai notevoli aiuti internazionali di cui ha goduto, nonché all’impegno delle tante organizzazioni umanitarie attive nel paese, che hanno provveduto a far fronte alle esigenze della popolazione rifugiata avviando progetti nei settori che più richiedevano sostegno.

In Giordania, in particolar modo, l’arrivo dei rifugiati siriani ha messo a dura prova il sistema sanitario e quello educativo.

Il sistema educativo risulta sovraffollato e ormai quasi del tutto inadeguato a rispondere alle esigenze dei bambini e adolescenti siriani in età scolare, che rappresentano il 52.7% dei rifugiati presenti nel paese. Ed è proprio per colmare una delle lacune del sistema d’istruzione giordano, non più capace di rispondere all’aumento degli studenti, che abbiamo dato avvio al progetto “Learning for Life”.

L’obiettivo è infatti reinserire nel circuito scolastico 1.600 giovani siriani che hanno trovato rifugio in Giordania, nonché i giovani giordani vulnerabili, entrambi rimasti fuori dal sistema educativo formale, che potranno frequentare i corsi in due centri nel nord della Giordania, al confine con la Siria, Irbid e Ramtha.

In ogni centro sono stati istituiti tre livelli, con insegnamenti di matematica, arabo, inglese e scienze sociali. Alle lezioni si affiancheranno anche attività ricreative e attività di sostegno psico-sociale.

Ventotto tra insegnanti e educatori sono stati formati per individuare l’esistenza di problemi ti tipo psicologico e sociale che i bambini provenienti da aree di conflitto possono sviluppare, e le eventuali soluzioni da intraprendere nei loro confronti.

Il progetto ha preso il via con la distribuzione di materiali e kit scolastici per i bambini e gli adolescenti.

Un sistema di trasporti privato è stato messo a disposizione dei bambini provenienti dai villaggi vicini, da e verso i due centri scolastici. Circa il 90% della popolazione siriana in Giordania vive infatti in condizioni di estrema povertà e le famiglie non dispongono di mezzi di sussistenza sufficienti a garantire il trasporto dei propri figli verso le scuole: la mancanza di trasporti gratuiti è uno dei principali motivi per cui ragazzi e ragazze smettono di frequentare la scuola, o la frequentano con scarsa frequenza.

Ad oggi il 52.8% dei bambini siriani in Giordania tra i 12 e i 17 anni non frequenta la scuola, e lo stesso accade al 45.5% delle bambine nella stessa fascia d’età.

Una parte minima beneficia invece di un’istruzione non-formale mentre il rimanente non sta ricevendo alcun tipo di istruzione, ed è a rischio di sfruttamento minorile.

Dati allarmanti, che pongono come necessità primaria quella di fornire un incremento del supporto all’educazione, sia per i rifugiati siriani sia per le comunità locali.

Perché l’educazione rappresenta, per entrambe, la speranza di costruirsi un futuro dignitoso.

*Ivana Cosmano – Un ponte per…