Giordania. Un anno di lavoro, con il sorriso

29 Gennaio 2018, 15:24

Terminato il progetto “Ibtisam” in Giordania: un anno di impegno nelle scuole di Irbid e Amman. 

Dopo un anno di intenso lavoro, il progetto “Ibtisam” (in arabo “sorriso”), è giunto al termine. L’iniziativa a favore del settore educativo e del sostegno ai minori rifugiati e delle comunità ospitanti in Giordania è stata finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e ha interessato due scuole: l’istituto Khawla Bint al-Azuar nel distretto periferico di Sahab (Amman) e quello di Hawara nel governatorato di Irbid, nel nord del paese, dove ci siamo occupati di ristrutturare gli edifici scolastici e di coordinare attività di supporto psicosociale bambini e bambine.

L’approccio utilizzato è stato quello di intervenire contemporaneamente sia sulla riabilitazione degli edicifi scolastici pubblici, che sul miglioramento della preparazione di insegnanti e psicologi nelle scuole che ospitano un alto numero di rifugiati siriani tra gli alunni.

L’intervento ha mirato in particolare all’inclusione dei bambini e delle bambine con disabilità, e al tentativo di identificare segnali di stress post-traumatico nei minori. Il pacchetto formativo utilizzato è stato quello sulla “Salute mentale nelle scuole” preparato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con l’approvazione dei Ministeri della Salute e dell’Educazione giordani. Il pacchetto, utilizzato nelle scuole pubbliche giordane per la prima volta con questo intervento, è stato accolto molto bene. Il Ministero dell’Educazione ci ha chiesto di estendere la formazione ad altre 6 scuole oltre alle 2 inizialmente previste dal progetto.

I risultati sono stati molto soddisfacenti, sopratutto perché abbiamo contribuito a “formare dei formatori” che potranno portare avanti anche in futuro, e autonomamente, questo tipo di attività.

Tra i partecipanti anche tanti insegnanti e psicologi scolastici provenienti dalle scuole vicine all’interno degli stessi governatorati, cosa che ha creato una vera e propria rete sul territorio.

Nel caso specifico delle due scuole interessate dal progetto a Sahab e a Irbid, i lavori di ristrutturazione si sono concentrati sulla messa in sicurezza degli edifici, sul completo rifacimento dei servizi igienici, sulla messa a norma per accesso alle persone con disabilità e sulla provisione di nuovi banchi. Per quanto riguarda la formazione, 28 sono stati i formatori ministeriali che hanno partecipato al ToT (training of trainers), 264 sono stati gli insegnanti e psicologi formati a loro volta dai nuovi formatori in 8 diverse scuole.

Prima del conflitto siriano la scuola Khawla Bint al-Azuar, era un istituto solo femminile, ma oggi accoglie anche centinaia di bambini siriani, immettendoli nel percorso scolastico giordano con il sistema delle turnazioni giornaliere.

Qui  è stato possibile promuovere un’attività di coesione sociale che facesse incontrare i bambini dei due turni: l’iniziativa, tramite la tecnica del Photovoice, ha previsto l’educazione alla fotografia come mezzo di espressione per un gruppo di 24 bambini e bambine, che hanno potuto utilizzare delle macchine fotografiche per dare voce alle loro sensazioni in base a temi assegnati (es. tolleranza, amicizia, futuro…).

Una selezione dei loro scatti più belli ha dato vita ad un vero e proprio booklet fotografico, espressione delle loro voci interiori e dei loro sentimenti nei confronti della scuola rinnovata.

Da grande, voglio diventare un medico. È così che vedo il mio futuro.” Ha detto Mohammed, 9 anni, giordano, commentando un murales che aveva immortalato in uno dei suoi scatti.

Io invece da grande voglio fare il fotografo, proprio come il mio papà”, ha esclamato invece Abd el-Ghani, 12 anni, siriano, che ha realizzato alcune fra le foto più belle del workshop. Grazie al progetto Ibtisam, abbiamo avuto modo di vedere brillare sui loro e tanti altri volti un “sorriso” che speriamo sia il più duraturo possibile.