Non diamo pace alla guerra

8 Febbraio 2018, 11:00

“Non diamo pace alla guerra”
2003-2018: la guerra in Iraq continua. Anche noi


Un appuntamento a Roma per tornare a parlare di alternative alla guerra, 15 anni dopo la più grande manifestazione pacifista mondiale contro l’invasione dell’Iraq del 2003. Un evento promosso da Un Ponte Per… con una delegazione di attivisti e attiviste iracheni.

Roma, 8 febbraio 2018 – Tornare a parlare di pace, a 15 anni di distanza da quella che fu definita “la più grande manifestazione della storia umana”, e che portò in piazza 11 milioni di persone in 600 città del mondo. Era il 15 febbraio del 2003, e con lo slogan “Not in my name” si manifestava contro la guerra all’Iraq. Nonostante l’opposizione mondiale, le manifestazioni di massa e le resistenze Onu, il 20 marzo 2003 gli Stati Uniti – con il sostegno di una ‘coalizione di volenterosi’ composta da 48 paesi, tra cui l’Italia – invasero il paese.

A chi servì quella guerra e perché l’Italia continua oggi a organizzare missioni militari dove servirebbero invece diplomazia e cooperazione? Cosa ne è stato dell’Iraq in questi in 15 anni? Perché  si è deliberatamente scelto di gettarlo nelle mani  della violenza settaria di Al Qaeda prima, e di Daesh dopo? Ma soprattutto, come può il movimento italiano per la pace lavorare meglio con chi in Iraq ha reagito e organizzato dal basso una società civile attiva e resistente, troppo spesso assente dalle cronache mediatiche? Di questo e molto altro vuole parlare l’incontro “NON DIAMO PACE ALLA GUERRA. 2003-2018: la guerra in Iraq continua. Anche noi”, organizzata dall’associazione Un Ponte Per…(UPP), che opera nel paese dal 1991. Di quella manifestazione UPP fu tra i promotori, e in questi 26 anni ha continuato a lavorare al fianco della società civile irachena, denunciando le missioni militari nel paese e gli affari dell’industria armiera. Ma tentando anche di dare voce alle tante attiviste e attivisti che in questi anni hanno costruito percorsi di solidarietà e lotta per i diritti umani.

E saranno loro i protagonisti dell’appuntamento romano, ospitato negli spazi di SCUP – Sport e Cultura Popolare il prossimo 16 febbraio, a 15 anni dalla manifestazione del 2003. In programma una tavola rotonda che vedrà alternarsi gli interventi di movimenti italiani e iracheni che in questi anni hanno continuato ad impegnarsi per la costruzione della pace. Al dibattito interverranno Martina Pignatti Morano e Alfio Nicotra (Presidente e vice-Presidente di UPP); Riccardo Troisi (Comune-info), Grazia Naletto (Campagna Sbilanciamoci), Riccardo Russo (Rete della Conoscenza), Daniele Taurino (Movimento Nonviolento), Maria Bencivenni (Movimento dei Focolari Italia) e Fabio Alberti (UPP).

Con loro, una delegazione di 6 attiviste e attivisti iracheni, impegnati su diversi fronti tra cui la difesa dei diritti umani, dei diritti delle donne e dei lavoratori, la tutela dell’ambiente, e animatori del Forum Sociale Iracheno, che ogni anno vede migliaia di giovani a Baghdad prendere parte a questo importante appuntamento.

L’incontro si chiuderà con una cena sociale organizzata da SCUP, e con un concerto che vedrà la presentazione del CD “The Walking Sound”, nato da una collaborazione tra Un Ponte Per…, Associazione Ya Basta Caminantes e il musicista padovano Luca Chiavinato, che ha realizzato una residenza artistica in Iraq, nei Centri Giovanili creati nel paese da UPP.

Le tracce musicali registrate durante la sua permanenza con i giovani rifugiati siriani, sfollati iracheni e curdi sono state arrangiate e rielaborate in collaborazione con i musicisti Silvia Rinaldi, Aisha Ruggeri, Francesco Ganassin e Sergio Marchesini. Il disco è stato poi prodotto da Caligola Records, e contiene 11 tracce realizzate dal gruppo musicale siro-iracheno “Mshakht”, composto da 11 ragazzi e 9 ragazze. Il disco è stato presentato per la prima volta a Sulaymaniya (Kurdistan iracheno), nel dicembre scorso.

Evento Facebook e dettagli: https://www.facebook.com/events/146571689362276/