Iraq. 10 anni di solidarietà in azione

7 Febbraio 2019, 16:10

Era dalle manifestazioni del 2003 contro la guerra che Baghdad non vedeva la presenza di tanti/e attivisti/e internazionali nella cosiddetta “zona rossa”, senza sorveglianza armata, arrivati/e per mostrare solidarietà agli attivisti e alle attiviste per i diritti umani iracheni/i. I tempi sono cambiati, e oggi l’impegno e la collaborazione di lungo periodo con gli/le iracheni/e, in Iraq, è possibile. Le aree centrali di Baghdad, come Karrada, sono adesso abbastanza sicure, e una vibrante società civile lavora ogni giorno nella mobilitazione dei/lle giovani e nell’advocacy con le istituzioni, portando avanti campagne sotto lo slogan “Un altro Iraq è possibile”.

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Per celebrare 10 anni di solidarietà con l’attivismo della società civile, la Iraqi Civil Society Solidarity Initiative (ICSSI) ha organizzato una conferenza di 4 giorni e una serie di incontri strategici dal 31 gennaio al 3 febbraio 2019. ICSSI ha riunito oltre 184 iracheni/e e 41 internazionali provenienti da 15 paesi, che hanno animato le sessioni plenarie e i gruppi di lavoro, focalizzandosi sulle sfide critiche che sta fronteggiando la società irachena. Questa coalizione internazionale, nata in Italia nel 2009 grazie all’iniziativa di Ong internazionali e irachene, movimenti sociali e sindacati, ha tenuto la sua conferenza annuale a Baghdad per la prima volta dalla sua nascita.

Costruendo connessioni estese con la società civile irachena, la conferenza ha evidenziato gli importanti progressi realizzati dagli/lle attivisti/e iracheni/e su temi di importanza centrale (anche chiamati “paths”, in arabo masarat). Gli/le attivisti/e che hanno lavorato su questi temi – tra cui la tutela delle risorse acquifere e ambientali; la partecipazione e la leadership delle donne; gli sport e le arti contro la violenza; i diritti economici e sociali; i diritti di lavoratrici e lavoratori, tra i molti altri –, hanno presentato i traguardi raggiunti e le sfide che incontrano nei loro rispettivi ambiti di impegno. Tutti questi sforzi, l’incredibile attivismo di giovani donne  e uomini,  rappresentano uno dei maggiori punti di forza dell’Iraq.

I/le partecipanti alla conferenza hanno sottolineato le comuni difficoltà affrontate dagli/lle attivisti/e iracheni/e. I movimenti di protesta a Basra e Sulaymaniyah incontrano regolarmente la repressione e la violenza da parte di gruppi armati sostenuti da alcune fazioni politiche. Nel paese, molti/e attivisti/e per i diritti umani sono in pericolo, e chiedono alla comunità internazionale di stare dalla loro parte e sostenerli/e. I sindacati, allo stesso modo, fanno appello alla solidarietà internazionale per difendere la libertà di associazione e di sciopero, dal momento che quando protestano contro la riduzione dei salari – come recentemente accaduto ai sindacati dell’industria automobilistica – subiscono durissime ripercussioni.

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Uno dei problemi principali che l’Iraq sta attraversando è poi quello della crisi idrica e ambientale. L’inquinamento provocato dalle compagnie petrolifere nel sud del paese, la siccità e il riscaldamento globale, così come la costruzione di grandi dighe da parte della Turchia e dell’Iran, hanno prodotto un impatto devastante sulle risorse acquifere dell’Iraq. Le insufficienti politiche di gestione dell’acqua messe in campo dal governo iracheno, e il suo fallimento nel negoziare una strategia regionale, hanno esacerbato la crisi e aumentato la sofferenza del popolo iracheno. Questi temi saranno discussi anche dal prossimo Forum Sociale tematico sull’Acqua che verrà organizzato a Sulaymaniyah nell’aprile di quest’anno.

Il sistema educativo iracheno è poi un nuovo focus degli/lle attivisti/e di ICSSI. Sondaggi indipendenti realizzati dai/lle giovani hanno rivelato che il 40% degli studenti e delle studentesse abbandona la scuola dopo le elementari. Una delle ragioni è la povertà, che spinge bambini e bambine ad abbandonare gli studi per lavorare e sostenere le proprie famiglie. I/le partecipati hanno messo in discussione la diffusa privatizzazione del settore scolastico e universitario iracheno, sottolineando anche quanto queste sfide siano correlate: assicurare ai/alle minori di poter frequentare la scuola richiede cambiamenti e rafforzamenti nel settore delle leggi sul lavoro irachene, per porre fine al lavoro minorile e rafforzare i sindacati, affinché difendano i diritti di tutti/e i/le lavoratori/trici.

Il peacebuilding e la coesione sociale rappresentano un altro punto centrale per la società civile, da promuovere attraverso un dialogo dal basso e iniziative di riconciliazione, oltre a specifiche formazioni per giovani peaceworkers che siano messi/e nelle condizioni di usare le arti e gli sport per creare occasioni di incontro tra le diverse comunità. In 4 Governatorati del paese sono stati creati dei Consigli per la Coesione Sociale, come progetto pilota per la costruzione di spazi nei quali la società civile possa avere un dialogo con le autorità locali sui diritti umani e la riconciliazione tra le comunità. Gli/le attivisti/e hanno annunciato la loro intenzione di organizzare un Social Forum tematico per la Pace a Mosul, nella primavera del 2019, e discutere in quell’occasione il problema della discriminazione che stanno subendo le famiglie sospettate di essere state affiliate a Daesh. Si tratta molto spesso di donne e bambini/e che non possono fare ritorno alle proprie aree di origine, anche se non hanno mai sostenuto in modo diretto Daesh e la sua ideologia. Gli/le attivisti/e hanno affermato: “Avere avuto un membro della propria famiglia affiliato a Daesh non significa che tu stesso/a sia stato/a di Daesh!”.

 




L’Iraqi Social Forum (ISF), sotto il cui cappello si riunisce la gran parte delle iniziative della società civile, ha sottolineato come l’attivismo stia costantemente crescendo in Iraq. Le opportunità stanno aumentando perché le autorità stanno gradualmente accettando che la società civile abbia un ruolo attivo. Sono stati creati Social Forum locali in 13 città, tra cui Tikrit, Falluja, Ramadi, Hit, Najaf, Maysan, Babilonia e Diyala. Si tratta di Social Forum che basano il proprio lavoro sulle necessità locali, e che si incontrano annualmente a Baghdad.

Il Kurdistan Social Forum (KSF), lanciato ad Erbil nel 2017, ha visto svolgersi il suo secondo meeting nazionale a Sulaymaniyah nel 2018, ed è stato intensamente impegnato nelle campagne per la libertà di espressione e la protezione delle minoranze. Si tratta di questioni particolarmente critiche nella regione del Kurdistan, dove giornalisti/e e manifestanti si vedono frequentemente negare i propri diritti e subiscono repressione. Il KSF sta comunque coinvolgendo le organizzazioni della società civile e gli/le attivisti/e nelle aree di Ninive recentemente liberate dalla presenza di Daesh, come il Sinjar, dove la distruzione è stata imponente e la sofferenza umana è ancora immensa.

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Nelle sessioni strategiche che hanno concluso la 4-giorni, gli/le attivisti/e iracheni/e hanno sviluppato gli obiettivi dei prossimi 4 anni, mentre gli/le internazionali hanno pianificato le azioni di solidarietà da mettere in campo per sostenere e rafforzare le attività degli/delle iracheni/e. Una chiara manifestazione del potenziale che hanno queste iniziative è stato un incontro, il giorno dopo i lavori della conferenza, tra il nuovo Ministro della Cultura iracheno, le organizzazioni della società civile e gli archeologi coinvolti nell’iniziativa di Urim, per la protezione del patrimonio culturale iracheno. Il Ministero firmerà un accordo con le organizzazioni partner di ICSSI per realizzare un piano per la riabilitazione partecipata del sito archeologico di Ur.

ICSSI guarda agli anni a venire con la fiducia che gli attivisti e le attiviste della società civile irachena, e soprattutto i/le giovani, raggiungeranno ancora molti traguardi. La partnership che ICSSI ha costruito tra attivisti/e iracheni/e e internazionali dimostra il potere della solidarietà in azione, e come sia possibile, insieme, andare oltre le proteste per costruire programmi concreti di cambiamento politico e sociale.

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ICSSI è sostenuto da Un Ponte Per… attraverso i progetti finanziati da Fondation Assistance Internationale, Karibu Foundation, CCFD – Terre Solidaire e dall’Unione Europea.

Foto: Arianna Pagani
Video: Arianna Pagani e Sara Manisera

 

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