Iraq. 30 anni fa con l’operazione “Desert Storm” iniziava la Prima Guerra del Golfo

14 Gennaio 2021, 12:13

Comunicato stampa

Iraq. 30 anni fa con l’operazione “Desert Storm” iniziava la Prima Guerra del Golfo
Nella notte tra il 16 e il 17 gennaio del 1991 una coalizione a guida statunitense lanciava i bombardamenti su Baghdad. Iniziava una guerra di cui restano ancora tangibili le conseguenze e nel corso della quale nasceva l’Ong “Un Ponte Per”. Un evento in streaming ripercorre la stagione di opposizione alla guerra che si sviluppò in Italia con i suoi protagonisti. 

 

Roma, 14 gennaio 2021 – Alle 2:38 di mattina della notte tra il 16 e il 17 gennaio del 1991, appena 18 ore e 38 minuti dopo la scadenza dell’ultimatum sancito dalle Nazioni Unite, iniziava l’operazione “Desert Storm”, la più imponente azione militare alleata dopo il 1945.

In quello che sarebbe stato il primo conflitto della storia trasmesso in diretta televisiva sarebbero state sganciate 90.000 tonnellate di bombe, segnando un nuovo punto di non ritorno rispetto a cosa era ritenuto accettabile dall’opinione pubblica globale. L’immaginario che quella guerra contribuì a creare avrebbe gettato le basi per la lunga serie di interventi militari occidentali in Medio Oriente negli anni che seguirono.

Un Medio Oriente nel quale, negli anni a venire, non avrebbero trovato spazio le voci e i racconti delle migliaia di civili colpiti – donne, bambini, anziani. Ma quante furono le vittime di quei 40 giorni in cui caddero più bombe sull’Iraq che in tutta la Seconda Guerra Mondiale? Le stime parlano di circa 200mila persone, ma le conseguenze di lungo periodo ne avrebbero colpite molte di più. Tra le più gravi, le malattie causate tra i bambini a causa dell’utilizzo di armi chimiche, che avrebbero fatto sentire i propri effetti per anni.

In quei giorni terribili nasceva l’associazione pacifista italiana Un Ponte Per (UPP), divenuta poi anche Ong, grazie all’iniziativa volontaria di donne e uomini che scelsero di non cedere al silenzio complice di fronte allo scempio che si stava commettendo, anche a causa del contributo militare italiano.

Avviata come campagna di solidarietà verso la popolazione colpita, con alcune iniziative di disobbedienza civile – come l’importazione illegale di datteri iracheni in violazione dell’embargo dichiarato sull’Iraq – UPP si sarebbe in seguito strutturata come Organizzazione non governativa, continuando ad operare e restare a fianco del popolo iracheno per i successivi 30 anni.

Oggi UPP continua a lavorare nella solidarietà, nella cooperazione, nello sviluppo e nella costruzione della pace in un paese che ancora porta sulla pelle le cicatrici di quella guerra.

Trent’anni dopo quella drammatica notte, quali sono le conseguenze ancora tangibili in un paese come l’Iraq, che ha continuato ad affrontare stagioni di guerre, violenze, terrorismo? Quanti di quegli effetti di lungo periodo continuano a lasciare traccia in un Medio Oriente che sembra non conoscere pace?

Di questo e molto altro si parlerà in una serie di eventi che Un Ponte Per ha organizzato per ricordare il trentennale della sua nascita, ma soprattutto per celebrare la forza e il coraggio di quei popoli provati dalle guerre a fianco dei quali ha camminato in questi decenni.

Una serie di eventi pubblici, online e dal vivo, che prenderanno avvio il prossimo 16 gennaio, con un appuntamento in streaming intitolato Lo spartiacque. Riflessioni su una guerra che ha rifondato il mondo”, in cui ripercorreremo la stagione di opposizione a quella guerra con alcuni protagonisti del movimento pacifista di allora.

Tra gli ospiti Chiara Ingrao, Giuiana Sgrena, Domenico Gallo, Raniero Lavalle, Luisa Morgantini, Don Renato Sacco, insieme a Fabio Alberti e Alfio Nicotra di Un Ponte Per.

Link all’evento: https://www.facebook.com/events/2843775075835558/