Giordania, UPP a fianco delle donne: “Vogliamo cambiare gli stereotipi sulla nostra città”

27 Luglio 2021, 11:33

Con il progetto Power sosteniamo le donne giordane e le rifugiate siriane nel governatorato di Ma’an, nel sud della Giordania: tante piccole cooperative di donne per creare reti, raggiungere l’indipendenza economica, combattere stigmi e stereotipi. Come? Grazie a dei corsi professionalizzanti di cucina, pasticceria, artigianato ma anche di marketing e gestione aziendale, al termine dei quali…

Abbiamo la passione, ma non abbiamo gli strumenti”, così Mariam racconta la situazione che molte donne come lei vivono nelle zone rurali del sud della Giordania. Siamo a Ma’an, il governatorato più grande del Regno Hashemita, a pochi chilometri dall’antichissima città di Petra, “la città rosa”. Qui Mariam e tante altre si sono unite ed hanno formato delle cooperative tutte al femminile ormai diventate un punto di riferimento per donne e famiglie dei villaggi della zona. Chiedono di avere più opportunità per inserirsi nel mondo del lavoro, vogliono imparare nuove tecniche ed affinare quelle che già possiedono per sviluppare le professioni che hanno deciso di intraprendere. Insieme vogliono raggiungere l’indipendenza economica e creare reti di supporto e scambio tra le varie comunità attive nella regione.

Il contesto giordano, infatti, presenta ancora problemi di scolarizzazione, accesso al lavori e stigmi sociali, in particolare per le donne.
Le tradizioni patriarcali sono particolarmente forti nelle zone rurali e contribuiscono a differenze significative nella percezione dei ruoli e delle responsabilità delle donne, spesso definiti all’interno del contesto familiare.

Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale del lavoro (ILO) sull’occupazione femminile in Giordania nelle zone rurali attesta che le strategie che includono la considerazione della promozione della diversità del reddito agricolo sono particolarmente rilevanti, specialmente quando le donne sono messe in grado di creare imprese e di partecipare più direttamente e attivamente alle cooperative pertinenti.

Noi di Un Ponte Per supportiamo le  donne siriane rifugiate insieme alle loro pari giordane nelle loro attività formative ed imprenditoriali. Le sosteniamo nell’intraprendere quel percorso di empowerment sociale ed economico attraverso il progetto Power che ha lo scopo di offrire opportunità lavorative generatrici reddito nel governatorato di Ma’an.

“Power – Promuovere il rafforzamento economico e sociale delle donne vulnerabili in Giordania, Libano ed Egitto” è un progetto regionale finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) in consorzio con Arci Culture Solidali (ARCS), al quale partecipano anche Caritas Egypt, Mada Association, Noor al Hussein Foundation (NHF), ARDD-Legail Aid, Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo (AIDOS), Ricerca e Cooperazione (RC), Progetto Sud.

Se dovessimo tenere in considerazione ciò che la società pensa di noi e di ciò che facciamo, non otterremmo niente dalle nostre vite” dice Rawan, spiegando che nonostante la società dimostri ancora tendenze conservatrici riguardo al ruolo della donna nella sfera economica e lavorativa, la voglia di ribaltare queste percezioni è molto forte tra le donne della comunità.

“Ce la stiamo mettendo tutta affinché le donne nella nostra comunità possano avere finalmente un impatto e un’impronta tale da accelerare lo sviluppo delle nostre comunità nel complesso. Vogliamo cambiare gli stereotipi sulla nostra città” – racconta Dima nella Cooperativa Alkhanansa, una delle cooperative sociali coinvolte e formate grazie al nostro progetto.

Alla base della scelta di volere aprire delle cooperative tra donne c’è la voglia di crescere, fare, produrre, ma anche tanta voglia di stare insieme, creare delle reti di mutuo supporto per incoraggiarsi a vicenda al fine di raggiungere l’indipendenza economica e finanziaria.

Avremmo potuto attivare corsi a tappeto, coinvolgendo centinaia di donne. Complice la pandemia, quest’anno, abbiamo invece fatto una scelta diversa: in base a criteri specifici come il rischio di fragilità sociale ed economica e la mancanza di un’occupazione stabile, abbiamo offerto la possibilità a 20 giordane e 10 siriane di essere formate sulla gestione aziendale e l’avviamento di una piccola impresa sociale.
Solo 30 donne per essere certi che ogni singola persona potesse essere seguita a dovere nelle attività ed acquisire delle professionalità importanti, instillando nella propria comunità di provenienza il seme del cambiamento.
Gli argomenti trattati durante le formazioni teoriche hanno compreso: la piccola impresa, il marketing e lo sviluppo commerciale, le tecniche di vendita, il rapporto con i clienti e la gestione finanziaria. Per la parte pratica abbiamo invece organizzato corsi di produzione artigianale di oggettistica, decorazione, gioielli e di produzione alimentare creativa e innovativa.

 

 

Abbiamo lavorato insieme su pratiche e standard per la sicurezza alimentare, cucina innovativa e creativa, imballaggio e stoccaggio delle materie prime, conservazione, riciclaggio delle risorse, rivisitazione dei piatti tradizionali, fondamenti di salute e nutrizione, metodi di conservazione dei cibi (come ad esempio la disidratazione degli alimenti), pasticceria e dolci tradizionali, pasticceria dal basso contenuto calorico: una vera e propria iniezione di professionalità da spendere nell’economia circolare del luogo.

Alla fine dei corsi sono stati distribuiti dei fondi di rotazione che hanno permesso di acquistare le attrezzature necessarie alle donne per poter avviare o potenziare le loro piccole imprese sociali. Le donne hanno scelto di ricevere macchine per la cottura del pane tradizionale, frigoriferi, forni e utensili specifici per la produzione di alimenti caratteristici del luogo, ma anche gli strumenti necessari per produrre gioielli personalizzati e oggettistica da distribuire inseguito in mercatini e fiere presenti in tutta la Giordania.

Ogni cooperativa è riuscita ad aprire la propria attività  sotto forma di piccole imprese sociali,  nonostante la congiuntura storica non propriamente favorevole a causa delle numerose difficoltà causate dalla pandemia.

Il progetto Power ci ha dato l’opportunità di supportare il lavoro delle donne giordane e siriane ed il cambiamento sociale in corso che vede le donne come protagoniste nella scena dell’imprenditoria femminile nella regione meridionale del Regno Hashemita. Attraverso progetti focalizzati sull’empowerment femminile, UPP cerca inoltre di assicurare che le realtà e i bisogni delle donne siriane e giordane siano meglio compresi e adeguatamente presi in considerazione nel crescente settore livelihoods (sostentamento economico) in Giordania.

Il lavoro fianco a fianco con le donne della regione di Ma’an, lo scambio di idee ed esperienze e lo sviluppo di sinergie si sono dimostrati fattori fondamentali per contribuire al miglioramento della situazione socio-economica della popolazione femminile che si trova in condizioni di particolare vulnerabilità. Un passo in avanti non soltanto per quelle donne che hanno beneficiato materialmente delle formazioni, ma anche per coloro che gravitano nello stesso contesto sociale e che di fronte agli occhi si ritrovano degli esempi positivi: delle donne che ce la stanno facendo, grazie alle loro forze. Vogliamo che siano sempre di più.

(i nomi delle persone citati nell’articolo sono stati cambiati per garantire la protezione e la privacy delle persone intervistate).