Acqua, rifiuti e riforestazione per il futuro: ripartire dall’ambiente per una governance sostenibile in NES

21 Luglio 2021, 19:20

Il programma ambientale di Un Ponte Per nel Nord Est della Siria coinvolge enti locali e organizzazioni della società civile per ripensare la gestione dei beni comuni e tutelare il patrimonio umano e ambientale

Era il 2017 quando Un Ponte Per inaugurò il programma di interventi per la tutela ambientale nel Nord Est Siria grazie alla collaborazione tra municipalità italiane e municipalità della Regione Jazira, in uno scambio di competenze ed esperienze fra tecnici nei settori della gestione delle risorse idriche, dello smaltimento dei rifiuti e riciclaggio e della pianificazione strategica del territorio (Programma ANCI “Municipi senza Frontiere” ) .

Una delle sfide senza dubbio più difficili in un contesto di crisi protratta è infatti immaginare soluzioni che oltre ad intervenire come risposta immediata all’emergenza possano anche incoraggiare la resilienza del tessuto politico e socio-economico fornendo soluzioni di sviluppo integrato e a lungo termine. L’approccio, definito come “Linking Relief, Rehabilitation and Development” (LRRD), è alla base del più noto “Humanitarian-Development Nexus” e ne sviluppa le premesse adeguando gli interventi alle dinamiche “glocali”, ovvero quelle dinamiche di respiro globale che intervengono capillarmente ad influenzare i territori, i quali sono inevitabilmente chiamati a formulare risposte sempre più localizzate e sostenibili nel tempo.

Nel corso degli anni in Nord est Siria, al violento conflitto che dal 2011 colpisce la regione, si è aggiunto anche il fattore di emergenza ambientale nonché una crisi strutturale nel sistema politico, socio-economico e securitario dovuta alle diverse pressioni interne ed esterne, tra cui il controllo di risorse ed aree nevralgiche per un pieno sviluppo autonomo e sostenibile.

 

Water for Rojava: una campagna per la tutela delle risorse idriche in collaborazione con Solidarity Economy Association e Roots for Change

A maggio 2021 le autorità locali e internazionali hanno lanciato l’allarme sui livelli di criticità della diga di Tishreen nel Governorato di ar-Raqqah. Il bacino idrico dell’Eufrate che irriga la regione è seriamente compromesso dal sistema di gestione dei flussi in Turchia, nonché dalle condizioni climatiche che nel corso dell’ultimo anno hanno portato a una crescente mancanza di precipitazioni e conseguente siccità. Il collasso della diga sta avendo conseguenze significative anche sulla funzionalità della vicina diga di Tabqah le cui riserve idriche forniscono elettricità a circa 3 milioni di persone in NES nonché acqua potabile per 5.4 milioni di persone, se si considera l’intero corso del fiume.

Ne conseguono rischi umanitari ad alta criticità tra cui il generale indebolimento del sistema sanitario legato all’inquinamento idrico, soprattutto nell’epoca di una pandemia di proporzioni globali, nonché la perdita di mezzi di sostentamento e attività produttive legate alle cooperative agricole nelle aree di Aleppo, ar-Raqqah e Deir ez-Zor.

In questo scenario la campagna Water for Rojava lanciata da Solidarity Economy Association, Roots for Change, Un Ponte Per ed altre organizzazioni, ha raccolto nel corso dello scorso anno significative donazioni in sostegno delle cooperative agricole di donne (Aboriya Jin) nell’area di Derek che sviluppano  progetti di riqualificazione per la propria attività economica promuovendo una più funzionale gestione delle risorse idriche (in particolare delle acque sotterranee in situazione di scarsità di quelle di superficie) nonché un percorso di promozione del ruolo femminile nel tessuto economico della regione.

Un intervento strutturale non può inoltre prescindere dal coinvolgimento e sostegno delle autorità locali preposte alla gestione di una risorsa primaria. La campagna infatti ha anche rafforzato il partenariato con i Dipartimenti dell’Acqua dei Distretti di Qamishli e di al-Hasakeh, quest’ultimo particolarmente colpito dall’emergenza idrica.

 

Gemar Zero: Il programma di cooperazione tra Enti locali per la tutela ambientale. Area Metropolitana di Barcellona e Provincia Autonoma di Bolzano impegnate per il sostegno al trattamento sicuro dei rifiuti ospedalieri pericolosi e alla gestione sostenibile dei rifiuti urbani

Dal 2019 l’Area Metropolitana di Barcellona (AMB) finanzia l’intervento integrato di gestione dei rifiuti ospedalieri pericolosi e supporto alle iniziative di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani nell’area della Regione Jazira. In particolare nel settore sanitario, Un Ponte Per e la Mezza Luna Rossa Curda (KRC) hanno svolto in questo coordinamento tra cliniche e siti di smaltimento un ruolo chiave, garantendo gli standard di prevenzione e controllo delle infezioni, particolarmente critiche durante la pandemia Covid 19. Nel 2020 si è aggiunto il supporto della Provincia Autonoma di Bolzano grazie al quale è stato possibile sostenere azioni di implementazione e monitoraggio della corretta segregazione, trasporto e smaltimento dei rifiuti ospedalieri pericolosi. Ad oggi il programma supporta con rifornimento e monitoraggio oltre 20 ospedali e cliniche nelle aree urbane di Qamishli, Amuda, Maabada, Tell Tamer, Derbasiya e al-Hasakeh.

L’intervento cardine della prossima programmazione 2021-2022 sarà caratterizzato da azioni di capacity building degli attori locali per una maggiore ownership del processo di sviluppo di politiche sanitarie e ambientali integrate, in linea con le programmazioni degli anni precedenti caratterizzate da formazione e affiancamento tecnico dello staff, coordinamento con il Dipartimento delle Amministrazioni Locali e dell’Ambiente e Dipartimento della Salute della Regione Jazira, nonché dalla fornitura di materiali, equipaggiamento protettivo e veicoli.

Tra i materiali tecnico-operativi all’interno del programma, sono stati realizzati due video tutorial in collaborazione con KRC sul processo di segregazione dei rifiuti ospedalieri e sul funzionamento dei siti di smaltimento dei rifiuti ospedalieri (Health Waste Zone – HWZ).

Anche nel settore di intervento più strettamente legato ai rifiuti solidi urbani, UPP ha promosso e implementato un percorso di affiancamento tecnico fin dal 2019 quando a Qamishlo venne organizzato un workshop sulla gestione dei rifiuti, riciclaggio ed economia circolare per l’avvio di un dialogo e l’elaborazione di una stretgia comune tra organizzazioni della società civile e autorità locali a tutti i livelli (komin, municipalità, direttorati e dipartimento). Fondamentale è stata la collaborazione con l’associazione A SUD e il contributo di un esperto internazionale che si e’ recato a Qamishli per facilitare il workshop. Partecipazione trasversale e approccio teorico-pratico sono stati gli elementi centrali di questo percorso che ha visto inoltre la realizzazione sia di field visits in NES da parte degli esperti internazionali ma anche delegazioni in Europa di rappresentati delle amministrazioni locali del NES, tra cui l’ultima a Barcellona nel 2019 con la partecipazione di 3 membri del Dipartimento delle Amministrazioni Locali e dell’Ambiente della Regione Jazira.

 

Il 2021 è stato di nuovo caratterizzato da un percorso di collaborazione e formazione – scambio di buone pratiche e affiancamento tecnico – tra esperti/e europei nella gestione dei rifiuti solidi urbani ed esperti dell’amministrazione autonoma regionale al fine di elaborare soluzioni operative volte alla promozione delle pratiche di prevenzione, riuso e riciclo. Grande tema anche all’interno dell’Agenda 2030, l’economia circolare è stato il cardine di questo programma in collaborazione con l’associazione A SUD e ha visto la realizzazione di 7 workshop di approfondimento, la partecipazione di 4 esperti internazionali, tra i quali in particolare un esperto tecnico della stessa Area Metropolitana di Barcellona, e la formazione di 10 membri dello staff municipale.

All’interno di questo ciclo è stato elaborato il primo piano strategico municipale per la città di Qamishli, con focus sugli impianti di compostaggio e attività locali di riciclo della plastica, realtà poco conosciute ma operative in tutto il territorio.

Sono state 17 le aziende private individuate da uno studio di mercato dedicato impegnate nel riciclo della plastica nelle città di Amuda, Qamishlo e al-Hasakeh nella Regione Jazira. Lo studio ha rilevato che la domanda di prodotti e servizi in queste aree è addirittura risultata in crescita negli ultimi anni, a testimonianza della resilienza del mercato locale rispetto alle condizioni poste dall’emergenza ambientale.  La maggior parte di esse produce materia prima secondaria derivante dalla plastica di scarto, contribuendo così alla segregazione dei rifiuti nelle strade e nelle discariche non controllate – spesso soggette a incendi e quindi elementi di inquinamento per il suolo e l’aria circostanti – ma anche al riutilizzo funzionale dei materiali a disposizione all’interno del ciclo produttivo urbano. Il principale settore target di questi prodotti è quello dell’agricoltura/zootecnia per il quale vengono prodotti tubi di irrigazione e drenaggio. Un dato interessante è l’impiego femminile in queste attività di circa il 40%.

A partire dal 2022, è previsto un programma integrato di sensibilizzazione per l’avvio di un sistema di segregazione, trasporto e smaltimento dedicato al ricilaggio della plastica ma anche un intervento dedicato al compostaggio.

Importante inoltre menzionare l’interesse che questo tipo di interventi di cooperazione decentrata e partecipazione per la tutela ambientale sta destando tra molti altri enti locali europei: ad oggi, anche alcune municipalità francesi stanno avviando un coordinamento – in collaborazione con la Fondazione Danielle Mitterand – all’interno della piattaforma JASMINES (Jalons et Actions de Solidarité. Municipalisme et internationalisme avec le Nord-Est de la Syrie). L’obiettivo è quello di promuovere la governance locale e la collaborazione tra municipalità, per il supporto di politiche attive per la tutela ambientale, lo sviluppo delle economie locali, il recupero della fertilità dei suoli tramite anche possibilità di riforestazione come pianificato dagli attori locali.

Tutte queste attività sono particolarmente rilevanti e fanno parte di un più lungo processo volto a favorire lo sviluppo di politiche di protezione ambientale in NES, considerando e valorizzando le pratiche già esistenti sul campo.

Una sfida importante questa dunque per le amministrazioni e tutti gli attori locali della società civile impegnati a garantire i diritti alla salute e all’ambiente di tutti i cittadini, a tutte le latitudini.