Kobane. Chiediamo alla UE e all’Italia di intervenire su Ankara per fermare aggressione

20 Novembre 2022, 12:58

Comunicato Stampa

 

KOBANE. UN PONTE PER: “CHIEDIAMO ALLA UE E MELONI D’INTERVENIRE SU ANKARA PER FERMARE AGGRESSIONE”

 

Roma, 20 novembre 2022 – “Chiediamo al Governo italiano e a quelli dell’Unione Europea un intervento immediato sulla Turchia, paese della NATO, per far cessare i bombardamenti sulla città di Kobane, sulle altre città del Nord Est della Siria e sul Kurdistan iracheno. Non è accettabile che una città martire nella lotta all’ISIS sia aggredita impunemente e nel silenzio delle cancellerie occidentali, da un Paese che durante il lungo assedio da parte dell’ISIS, non ha mosso un dito per fermare i miliziani del califfato nero che hanno goduto invece di complicità e di sostegno.” Lo affermano, in una dichiarazione, i due co-Presidenti di Un Ponte Per Angelica Romano e Alfio Nicotra.

“I bombardamenti – proseguono Nicotra e Romano – stanno già producendo diverse vittime e moltissimi feriti e temiamo che questa contabilità dovrà essere drammaticamente aggiornata nelle prossime ore. Il nostro timore è che in una situazione umanitaria già critica per il rigido inverno e per il diffondersi del colera, l’aggressione turca possa generare nuovi profughi e nuove sofferenze per la popolazione.”

“Facendo un uso strumentale dell’attentato a Istanbul – prosegue la nota della Presidenza UPP – si sta scatenando una aggressione pianificata da tempo dal Governo di Ankara e che gode della complicità della Russia visto che Mosca ha consentito l’apertura all’aviazione turca dello spazio aereo siriano, interdetto dal 2019. La guerra in Ucraina e il non agire per fermarla sta avendo un effetto domino nel Medio Oriente e a pagarne il prezzo sono di nuovo i popoli. Occorre agire per bloccare questo effetto domino e per l’immediato cessate il fuoco”.

Un Ponte Per è presente nel Nord Est della Siria in collaborazione con il nostro partner la Mezzaluna Rossa Curda, ed è attiva in progetti per offrire servizi sanitari e di protezione alla popolazione civile della regione.