Cure salvavita per la popolazione colpita dalla guerra in Siria
Il progetto “Assistenza sanitaria salvavita per la popolazione colpita dalla guerra nel nord-est della Siria”, che portiamo avanti dallo scorso anno, si è concluso. Grazie al sostegno dell’Unione Europea e del lavoro sul campo del nostro partner locale, la Mezzaluna Rossa Curda (KRC), abbiamo potuto garantire assistenza sanitaria gratuita, di base e d’emergenza, alle comunità che continuano a subire gli effetti devastanti della guerra in Siria.
Il progetto, lanciato ad aprile 2023, rientra in un lavoro di sostegno e riabilitazione del sistema sanitario in Nord Est Siria che portiamo avanti dal 2015, con l’obiettivo di garantire accesso sicuro e gratuito a un’assistenza sanitaria di qualità alle persone che ancora subiscono gli effetti del conflitto. Il nostro lavoro in particolare è dedicato a donne, neonati/e e bambini/e con servizi specializzati: se grazie a questo intervento siamo riusciti/e a raggiungere in un anno 95.000 persone, l’80% di queste sono state infatti donne e bambine/i.
Tra loro c’è anche Sara, una donna di 45 anni che abbiamo incontrato nel campo di Abo Khashab, e che aveva contratto il colera. Subito il nostro team di KRC si è attivato per fornirle cure e medicinali, e dopo 2 mesi di ricovero nel più vicino ospedale, dove ha affrontato le fasi critiche dell’infezione, è tornata a ricevere assistenza mensile nella clinica che abbiamo aperto nel campo, dove è stata accompagnata con attenzione e professionalità fino alla completa guarigione.
Nel drammatico contesto siriano, dove il conflitto colpisce la popolazione da ormai 13 anni, il sistema sanitario è stato gravemente compromesso a causa della distruzione delle strutture sanitarie e della carenza di personale specializzato, dispositivi medici e medicinali. Tutto ciò è stato fortemente aggravato da una fortissima crisi economica che ha portato il 97% della popolazione siriana a vivere al di sotto della soglia di povertà.
Ecco perché il lavoro di comunità, la creazione e il mantenimento di cliniche da campo e di un sistema di relazione con i principali ospedali per trasferire i casi più gravi, rappresentano elementi fondamentali per accompagnare la popolazione verso il pieno accesso ai diritti, prima di tutti quello alla salute.
E’ quello che i nostri colleghi e colleghe sul campo chiamano “la cura collaborativa”, resa possibile prima di tutto dalla costruzione di relazioni professionali e di fiducia, e dall’instancabile lavoro dello staff locale sul campo. Sono loro a raccontarci con gioia e soddisfazione anche la storia di Ali, che sin dalla nascita ha dovuto affrontare problemi di crescita. Il team di KRC lo ha incontrato nel campo di Areesha, dove lavoriamo da molti anni, e per cinque lo ha accompagnato con monitoraggi, trattamenti nutrizionali e cure attente, portando il suo caso estremamente complesso ai medici dell’ospedale Hekmah, poco lontano. Qui Ali ha ricevuto le cure specializzate di cui aveva bisogno, e oggi affronta il suo viaggio verso una crescita sana insieme allo staff che continua a monitorarlo e accompagnarlo.
Ecco perché progetti come quello appena concluso restano per noi fondamentali. Grazie al lavoro di quest’ultimo intervento abbiamo potuto garantire supporto a 5 Centri sanitari di base: nei campi di Areesha e Abo Khashab, dove abbiamo incontrato Ali e Sara, e in quelli di Al Hol, Serekanye e Mahmoudli. Proprio quello di Mahmoudli è stato trasferito di recente alle autorità sanitarie locali, che potranno gestirlo autonomamente senza il nostro aiuto, che non è più necessario. Abbiamo anche potuto garantire l’operatività di 11 ambulanze, e di un Centro di Gestione e Coordinamento delle Emergenze per gestire i trasferimenti in ambulanza in caso di emergenze o epidemie.
Tutti i servizi sono gratuiti e universalmente accessibili, grazie al lavoro continuo del personale di UPP e dei partner per garantire un accesso equo e non discriminatorio all’assistenza sanitaria. In un anno, le strutture che abbiamo supportato hanno potuto garantire oltre 145.000 visite mediche, assistito alla nascita sicura di un totale di 639 bambini e bambine, e trasferito in ambulanza oltre 8.000 pazienti in condizioni di pericolo di vita ai più vicini ospedali.
Inoltre, oltre 73.000 persone hanno ricevuto informazioni essenziali per migliorare il loro stato di salute e prevenire malattie trasmissibili altamente letali e informazioni importanti sui servizi di protezione disponibili per le persone più vulnerabili, grazie alla presenza costante di operatori sanitari comunitari e responsabili della prevenzione della protezione che operano all’interno delle strutture e delle comunità.