Acqua per Gaza: 9 mesi a fianco della popolazione palestinese

1 Ottobre 2024, 14:53

A febbraio 2024, alla luce della terribile offensiva genocida israeliana contro la popolazione della Striscia di Gaza, Un Ponte Per ha lanciato la sua campagna “Acqua per Gaza”. Grazie alla relazione costruita con il nostro partner locale – la Union of Agricultural Working Committee (UAWC) -; alla straordinaria generosità delle persone che hanno donato, e alle tantissime realtà solidali che hanno organizzato iniziative su tutto il territorio italiano – siamo riusciti/e a raggiungere importanti risultati.

L’obiettivo era fornire un minimo di sollievo alla popolazione così duramente colpita, che sta scontando una gravissima carenza di cibo e acqua potabile.

Insieme a UAWC e all’incredibile lavoro dei suoi team locali a Gaza, abbiamo raggiunto in 9 mesi più di 40mila persone con distribuzioni di acqua pulita, cesti alimentari e kit igienici.

Cosa stiamo facendo concretamente?

 

Fornitura di acqua potabile
Questa iniziativa si è concentrata sull’urgente bisogno di acqua pulita e servizi igienico-sanitari a diversi campi profughi nelle regioni centrali e meridionali della Striscia di Gaza. Il nostro intervento ha raggiunto 5.500 famiglie con 142 metri cubi di acqua potabile a persone che in precedenza dipendevano da fonti d’acqua costose o contaminate.

Fornitura di pacchi alimentari e kit igienici
Abbiamo distribuito 72 pacchi alimentari ad altrettante famiglie di pescatori, per un totale di 396 persone sfollate o rimaste senza casa a causa del conflitto in varie aree della Striscia di Gaza. Questi aiuti mirati hanno svolto un ruolo fondamentale nel rispondere ad alcuni dei bisogni urgenti delle comunità colpite, offrendo un supporto cruciale in un periodo di estremo bisogno. I pacchi alimentari hanno incluso una varietà equilibrata di prodotti alimentari nutrienti, tra cui cereali, legumi, cibo in scatola. Inoltre, siamo riuscite/i a distribuire kit igienici a 500 famiglie sfollate.

Installazione di sette serbatoi d’acqua
Abbiamo potuto installare 3 serbatoi d’acqua dalla capienza di 5.000 litri, e 4 serbatoi dalla capienza di 2.000 litri per rendere duraturo il sostegno alle comunità costrette allo sfollamento per ordine militare israeliano. Appena le condizioni del contesto ce lo permetteranno, lo sforzo umanitario e logistico sarà quello di sostenere la ricostruzione degli impianti di potabilizzazione dell’acqua distrutti militarmente dalla forza occupante.

Installazione di “Box della dignità” [*Aggiornamento di ottobre 2024*]
Abbiamo installato 4 unità di servizi igienici, composte ognuna da 4 servizi igienici in 4 differenti campi informali (uno ad Al-Zuwayda, uno a Deir al-Balah e due a Nuseirat) per servire 358 famiglie e circa 1700 individui. Purtroppo il continuo sfollamento forzato delle famiglie di Gaza ha ormai causato l’esaurimento dei loro risparmi. Così le famiglie sono rimaste bloccate in aree totalmente prive di strutture. Migliaia di persone sono ammassate in tende di fortuna, senza servizi igienici, private della loro dignità. I blocchi israeliani continuano a impedire l’accesso dei materiali per il trattamento delle acque reflue e questo sta causando una progressiva contaminazione fecale delle acque sotterranee. Con l’inverno che incombe, la possibilità di inondazioni è grande, come già accaduto nella zona di Khan Younis e AlMawasi a fine settembre. Tali inondazioni rappresentano un enorme rischio per la salute e hanno un grave impatto sulla dignità e la resilienza della popolazione. Secondo l’UNICEF, in queste condizioni bambini/e hanno quasi 20 volte più probabilità di morire di malattie diarroiche che a causa delle bombe. Per questo i nostri “box igienici” perseguono il doppio obiettivo di salvaguardare la dignità delle famiglie sfollate e di non alimentare la gravissima contaminazione delle acque che causa le malattie infettive.

Tutto questo è stato reso possibile dalla generosità di chi ha donato, e dal lavoro del team altamente specializzato di UAWC a Gaza, che ha effettuato le distribuzioni in base alle esigenze e a chi ne aveva più bisogno.

L’assedio di Gaza continua e la fame e la sete sono utilizzate come arma di guerra, nonostante le convenzioni internazionali e il diritto umanitario lo vietino. Con l’arrivo dell’estate la mancanza di accesso all’acqua potabile sta moltiplicando le malattie gastrointestinali e si temono epidemie di tifo e di colera. Sono ormai decine i bambini e le bambine morte per fame e disidratazione. In più, l’eventuale offensiva dell’esercito israeliano a Rafah, dove vivono stipati 1 milione e 500mila sfollati palestinesi, rischia di decuplicare l’attuale catastrofe umanitaria.

Ringraziamo di cuore chi ha donato a livello individuale e collettivo, sostenendo la campagna “Acqua per Gaza”, a testimonianza di un’attenzione e di una solidarietà della società civile italiana ben lontana dalle posizioni del Governo.

COME DONARE >>

 

Come riusciamo a portare acqua e cibo nella Striscia di Gaza 

Le attività vengono svolte attraverso una combinazione di distribuzione diretta alle famiglie e collaborazione con organizzazioni locali per raggiungere le popolazioni più vulnerabili. Il nostro partner locale UAWC, utilizza unità di distribuzione mobili per aree ad accesso limitato e stabilisce punti di distribuzione nelle aree che sono meno a rischio di attacco israeliano.

La parte fresca dei pacchi alimentari viene ottenuta dai pochi contadini che, nonostante le difficoltà, continuano a coltivare a Der-al-Balah e Khan Yunis, dove continua il tentativo di resistere anche a livello economico al brutale assedio militare. Questi contadini sono in contatto con i Comitati locali dell’UAWC, che acquistano i loro prodotti. I fondi arrivano da Ramallah ai conti correnti dei Comitati, che poi confezionano e distribuiscono i pacchi alimentari.

Il cibo non fresco viene procurato attraverso i pochi camion che riescono ad entrare, concentrandosi solo sui beni essenziali come olio e scatolame. Prodotti che hanno subito un aumento vertiginoso dei prezzi. L’acqua viene prelevata da due pozzi ancora funzionanti nel sud e poi distribuita tramite cisterne, in un sistema consolidato durante gli anni di assedio.

UAWC sta cercando di riabilitare due pozzi a nord per le persone rimaste, con l’intenzione di utilizzare pannelli solari se possibile. Questo sforzo è anche un atto di resistenza, una dimostrazione che quella terra appartiene alla comunità.

Nel frattempo, si sta mappando la situazione dei pozzi a sud nella speranza di riabilitarli nella misura del possibile. La riabilitazione dei pozzi è una delle prime attività di emergenza che vengono intraprese, tutto in collaborazione con i Comitati locali di UAWC.

Il nostro lavoro prosegue

Continuiamo a denunciare con forza il genocidio operato da Israele contro la popolazione di Gaza. Chiediamo un cessate il fuoco immediato e permanente, e ci uniamo all’appello del nostro partner palestinese UAWC, che:
– Chiede la fine immediata dell’uso da parte di Israele e dei suoi alleati della fame come strumento di genocidio contro i palestinesi
– Esorta tutti gli stati e le istituzioni internazionali a intraprendere ogni azione possibile per porre fine immediatamente al blocco degli aiuti umanitari;
– Chiede di aprire un’indagine verso tutti gli attori statali e non statali che hanno partecipato direttamente e indirettamente al blocco e/o alla distruzione dei rifornimenti a Gaza;
– Chiede che la campagna volto al taglio dei fondi dell’UNRWA sia indagata come un possibile atto volto alla promozione e facilitazione della fame e/o del genocidio.

Invitiamo chi ci sostiene a:

  • Unirsi alla campagna per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) contro Israele
  • Attivarsi e amplificare la voce delle persone palestinesi
  • Continuare a sostenere “Acqua per Gaza”.

Un messaggio per chi sta sostenendo la campagna

Gli sforzi che state facendo per sostenerci rappresentano un contributo vitale, e ci ricordano che nel mondo c’è ancora qualcosa di buono. Ogni goccia d’acqua in questo oceano di necessità conta, e farà la differenza per tante e tanti”.

E’ il messaggio dei nostri partner della Union of Agricoltural Working Committees (UAWC) a tutte e tutti coloro che ci stanno sostenendo.

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