Nessun profitto sulla pandemia

La pandemia ha creato nuove diseguaglianze

 

Si sta delineando una nuova geopolitica che segna una netta distanza tra i paesi che hanno accesso ai vaccini e quelli che invece ne sono esclusi.

Insieme ad altre 200 organizzazioni europee, Un Ponte Per è impegnata nella campagna Nessun profitto sulla pandemia (No Profit On Pandemic) per chiedere ai governi nazionali e all’Unione Europea la sospensione del brevetto sul vaccino.
I vaccini contro il Covid-19 devono essere un bene universale comune, liberamente accessibili a tutte e tutti.

 

Nessun profitto!

 

I Paesi più ricchi del pianeta (Usa, Ue, Inghilterra, Giappone, Brasile, Canada, Svizzera, Australia e Singapore) hanno bloccato la proposta di sospensione dei brevetti sui vaccini e i farmaci contro il Covid-19. La proposta è stata sostenuta da India e Sudafrica il 2 ottobre del 2020 al WTO (World Trade Organization – Organizzazione Mondiale del Commercio), e appoggiata da oltre 100 nazioni.

Allo stato attuale solo una persona su 10 potrà vaccinarsi entro il 2021 nei Paesi poveri, due terzi dell'umanità resteranno in balìa del virus e delle sue varianti, che potranno ripresentarsi anche in Europa.

 

 

La campagna Nessun profitto sulla pandemia ha lanciato in tutta l’Unione Europea una raccolta firme per promuovere l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE). Raccogliendo 1 milione di firme nei 27 stati dell’UE, possiamo proporre un atto legislativo concreto alla Commissione Europea, per adottare quelle misure che possano impedire una tragedia di dimensioni spaventose.

 

Le nostre richieste

1.
Salute per tutti/e

Abbiamo tutti diritto alla salute. In una pandemia, la ricerca e le tecnologie dovrebbero essere condivise ampiamente, velocemente, in tutto il mondo.

2.
Trasparenza ora!

I dati sui costi di produzione, i contributi pubblici, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini e dei farmaci dovrebbero essere pubblici. I contratti tra autorità pubbliche e aziende farmaceutiche devono essere resi pubblici.

3.
Denaro pubblico, controllo pubblico

I contribuenti hanno pagato per la ricerca e lo sviluppo di vaccini e trattamenti. Ciò che è stato pagato dal popolo dovrebbe rimanere nelle mani delle persone.

4.
Nessun profitto sulla pandemia!

Le grandi aziende farmaceutiche non dovrebbero trarre profitto da questa pandemia a scapito della salute delle persone. Una minaccia collettiva richiede solidarietà, non profitti privati.

 

 

 

Il 9 marzo, insieme ad altre 67 associazioni nazionali, abbiamo inviato una lettera al Governo, per chiedere al Presidente Draghi di sostenere, presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), la proposta di India e Sudafrica di esentare dal brevetto i prodotti utilizzati per combattere la pandemia da Covid-19 e in particolare i vaccini.

Un estratto della lettera:

 

"Se questa situazione perdurerà, 9 persone su 10 nei Paesi poveri e a basso reddito non potranno essere vaccinate quest'anno, perché Moderna, Pfizer/BioNTech e AstraZeneca, nel 2021 produrranno vaccini per appena l'1,5% della popolazione mondiale (People's Vaccine Alliance, su Oxfam International). Possiamo ben dire che la proprietà intellettuale è il più grande ostacolo all'accesso equo, tempestivo e universale ai vaccini salvavita e, in ultima analisi, al superamento della pandemia.

Vi chiediamo pertanto, di sostenere a livello europeo la proposta che è sul tavolo dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) da diversi mesi e che chiede la sospensione temporanea del sistema dei brevetti per i prodotti Covid-19, almeno fino a quando non si sarà raggiunta l'immunità mondiale".

 

Non abbiamo ricevuto nessuna risposta.

Ribadiamo con forza che non si può mantenere la proprietà intellettuale su farmaci o vaccini che proteggono dal Covid-19. E riteniamo inaccettabile che su questa materia sia l’Organizzazione Mondiale del Commercio a decidere.

Diverse sono le popolazioni colpite da conflitti con le quali lavoriamo in Iraq, Libano, Nord Est della Siria e Giordania e che, nella maggior parte dei casi, saranno escluse dal vaccino.

Aderiamo quindi a questa campagna chiedendo la sospensione del brevetto al vaccino come piena affermazione del diritto alla salute e alla cura delle popolazioni con cui camminiamo da anni.

 

In Nord Est della Siria registriamo una notevole difficoltà di accesso ai dispositivi medici, ai tamponi e un altissimo tasso di mortalità nei pochi reparti anti Covid presenti nell’area, come testimonia il nostro Coordinatore medico Pedro.

L’Iraq è stato colpito da una forte impennata di casi di contagio da Covid-19 e ad oggi (marzo 2021) ha ricevuto solo 50 mila dosi di vaccino, in base ad un accordo con la Cina.

Il Libano registra una delle più alte percentuali di contagio tra la popolazione. Ha ricevuto una prima fornitura di dosi tramite la Banca Mondiale, in ragione della difficilissima situazione economica del paese in seguito alla bancarotta del marzo del 2020. La distribuzione di tale dosi ha suscitato polemiche e critiche a causa del metodo clientelare seguito e delle discriminazioni verso la popolazione palestinese che vive nei campi libanesi.

 

La pandemia ci ha ricordato con forza che o ci salviamo tutte e tutti, o non si salva nessuno. Il diritto alla salute e alla cura non sono mercificabili. I medicinali essenziali sono un bene dell’umanità e per l’umanità.