Assistenza sanitaria alla popolazione in Nord Est Siria

CONTESTO
Dalle prime proteste pacifiche del 2011 contro il regime di Bashar al-Asad, la Siria vive ancora un presente profondamente drammatico. La lunghissima guerra civile, l’affermazione di Daesh (Stato Islamico), gli interventi militari di eserciti e milizie hanno lasciato un paese allo stremo. In 11 anni di conflitto hanno perso la vita circa 400mila persone, mentre sono circa 12 milioni i/le civili sfollati/e o fuggiti/e all’estero in cerca di asilo. Alle infrastrutture ridotte in macerie e ai servizi sanitari quasi inesistenti, in un contesto reso ancora più difficile dal problema endemico dell'approvvigionamento idrico, si è sommata la crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia di Covid-19. Nel Nord Est della Siria (NES), dove Un Ponte Per opera, è in atto dal 2013 un tentativo di autogoverno informato dai principi del confederalismo democratico.

IL PROGETTO

Da maggio 2023, Un Ponte Per grazie al progetto “Life-saving and life-sustaining health assistance to the war-affected population in NES, Phase VII”, finanziato dalla European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations (ECHO), sta realizzando un nuovo intervento volto a garantire assistenza sanitaria salvavita alla popolazione più vulnerabile che vive nei campi per sfollati in Nord Est Siria, nelle province di Raqqa, Hassakeh e Deir er Zor. I conflitti e gli sfollamenti continuano a colpire il NES, mentre i bisogni sono aumentati a causa della grave crisi economica e della crisi idrica che hanno colpito il paese, insieme all'intensificarsi degli attacchi turchi che nei mesi scorsi hanno colpito infrastrutture civili strategiche lasciando più di 1 milione di persone senza accesso all'acqua e a fonti di energia.

L’intervento si prefigge di migliorare - grazie alla sinergia con l’organizzazione partner locale Mezzaluna Rossa Curda (KRC) e le autorità locali - le condizioni di salute e di salvare le vite delle persone colpite dalla guerra che vivono nei campi, ripristinando condizioni di vita dignitose.

Obiettivo specifico di questa settima fase è quello di garantire accesso libero, sicuro e gratuito ai servizi di salute primaria e di emergenza alla popolazione sfollata che vive in 5 campi (Al Hol, Areesha, Serekanyed, Mahmoudli e Abu Khashab). Il progetto prevede il supporto alle cliniche presenti nei campi per un anno, consentendogli di offrire servizi salvavita, servizi di salute primaria, riproduttiva e pediatrica, oltre a garantire il traporto in ambulanza per i pazienti in situazioni di emergenza e ad attuare programmi di prevenzione ed educazione alla salute.

La prima fase (2017 - 2018), avviata immediatamente dopo l'inizio della battaglia per la liberazione di Raqqa, ha assicurato a migliaia di civili feriti e intrappolati nella roccaforte di Daesh l’accesso alle cure salvavita attraverso il sostegno diretto al sistema sanitario del nord-est del paese. Sono state acquistate 15 ambulanze e creati 2 Punti di stabilizzazione dei feriti (Trauma Stabilization Points – TSP) alle porte di Raqqa, per soccorrere le persone prima di trasferirle presso gli ospedali più vicini, aumentando così le loro possibilità di sopravvivenza. Sono stati creati inoltre 2 Centri di primo soccorso di emergenza tra Raqqa e il campo profughi di Areesha. Parallelamente, agli operatori sanitari impegnati in prima linea sono stati garantiti training sulle tecniche di primo soccorso  psicologico (PFA), sulla gestione di vittime civili in luoghi di conflitto, sulle modalità di decontaminazione in caso di attacchi chimici e sui comportamenti da tenere in zone minate. La prima fase ha consentito di offrire assistenza sanitaria ad oltre 103mila persone.

Con la seconda fase (aprile-dicembre 2018) l'intervento è stato esteso anche ai Governatorati di Hasakeh e Deir er Zor, con l'obiettivo di fornire cure salavavita a 110mila persone attraverso il rafforzamento dei Centri di primo soccorso e del sistema di unità sanitarie mobili, per raggiungere le aree più isolate. E’ proseguito il percorso formativo degli operatori e delle operatrici sanitarie su procedure salvavita e cura dei traumi, protocolli di assistenza sanitaria primaria, monitoraggio e amministrazione. Un'attenzione particolare è stata rivolta alle metodologie di individuazione e protezione delle vittime di abusi, violenze e discriminazioni, per sviluppare servizi dedicati.

La terza fase (2019 - 2020) ha previso il rafforzamento di tutti gli interventi precedenti e l'estensione dei servizi sanitari garantiti anche fuori dalle cliniche, per raggiungere le fasce più vulnerabili della popolazione e aumentare le capacità di resilienza. Ha visto inoltre un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nella pianificazione e nella fornitura di servizi, e l'impiego di Operatori e operatrici sanitarie di comunità (Community Health Workers - CHWs).

La quarta fase (2020 - 2021) ha avuto come obiettivo il miglioramento delle condizioni di salute della popolazione locale, attraverso il contino ripristino dei servizi. Un lavoro che ha coinvolto oltre 135.000 persone, di cui il 58% donne. 

La quinta fase (2021 - 2022) ha migliorato  l'accesso sicuro della popolazione ad una assistenza salvavita completa e di qualità, nonché ai servizi di salute ostetrica, riproduttiva e a servizi di assistenza specializzata in risposta all’emergenza Covid-19. Sono stati sostenuti 5 Centri sanitari locali, 2 Unità mobili, 2 ospedali pubblici, oltre a una fitta rete di ambulanze (50) del partner locale KRC, per raggiungere con i servizi sanitari quasi 150mila persone colpite dalla guerra.

La sesta fase (2022-2023) ha migliorato i servizi sanitari esistenti e ha garantito accesso libero, sicuro e gratuito al diritto alla salute alla popolazione locale, grazie alla collaborazione con i partner locali Mezzaluna Rossa Curda (KRC) e Action for Humanity (AFH). Oltre ai servizi salvavita, sono stati sostenuti i servizi di salute primaria, riproduttiva e pediatrica di primo e secondo livello, oltre al miglioramento dei sistemi di referral e di prevenzione.

UPP IN NORD EST SIRIA
Un Ponte Per è presente in Nord Est Siria dal 2015. Inizialmente ha coordinato l’invio di carichi umanitari destinati alla Mezzaluna Rossa Curda (KRC), per poi strutturare il proprio intervento a partire dal 2016, quando sono stati avviati diversi progetti per ricostruire il Sistema sanitario dell'area e offrire sostegno alla popolazione in fuga da Daesh. Sempre in collaborazione con la KRC, Un Ponte Per ha riabilitato diversi ospedali, tra cui il reparto di maternità dell'ospedale di Raqqa nel 2018, e aperto cliniche nei principali campi per persone sfollate. Parallelamente ha rafforzato il proprio intervento di protezione di donne e minori e sviluppato un programma di potenziamento delle competenze e delle capacità delle Municipalità, a partire dalla corretta gestione e smaltimento dei rifiuti ospedalieri. Un Ponte Per è inoltre impegnata nella risposta regionale alla crisi delle persone rifugiate siriane dal 2012, con programmi di supporto psicosociale, protezione, educazione e orientamento al lavoro in Giordania, Iraq e Libano.

IN BREVE


Nome del progetto: “Life-saving and life-sustaining health assistance to the war-affected population in NES

Tipologia di intervento: Life-saving and life-sustaining health assistance

Destinatari: war-affected population in NES

Durata: 2017-2024

Area di intervento: North East Syria

Partner locale: Mezzaluna Rossa Curda (KRC); DOZ; Action for Humanity (AFH)

Finanziato da: European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations (ECHO)