Primo carico umanitario in Rojava

Tra il 2 e il 3 maggio 2015 abbiamo consegnato il primo carico di aiuti umanitari in Rojava, l’area a maggioranza curda della Siria. Grazie al sostegno dell’Ufficio Otto per Mille della Tavola Valdese è stato possibile a meno di due mesi dalla nostra prima missione nell’area.

Siamo tornati in Rojava. Durante la nostra prima visita avevamo promesso sostenere questa battaglia per la costruzione di un futuro di pace. Avevamo assicurato ai nostri amici un sostegno nella loro difesa contro la barbarie di Daesh.

 

Abbiamo attraversato l’unico tratto del confine tra Iraq e Siria che resta fuori dal controllo di Daesh, un tratto del fiume Tigri controllato dalle autorità curde irachene, per portare un primo carico di medicine in Rojava, grazie al contributo straordinario dell’Ufficio Otto per Mile della Tavola Valdese.

 

Medicinali che ci erano stati richiesti specificatamente dalla Mezzaluna Rossa curda del Rojava e che nelle prossime settimane saranno distribuiti negli ospedali di DerikAl Malikiah e Qamishlo, oltre che nel campo profughi Newroz. I farmaci, introvabili nell’area, sono specifici per le cure dei malati di tumore e aiuteranno circa 6.000 persone che vivono nel Cantone di Cizire.

l nostro convoglio umanitario aveva come destinazione il nuovo Centro della Mezzluna Rossa Curda, dove gli operatori forniscono prestazioni sanitarie e farmaci gratuitamente alla popolazione di Derik. Nel centro, oltre alla farmacia, c’è una sala pediatrica per donne e bambini e una sala per interventi chirurgici.

Gli operatori medici del Centro, per lo più volontari, hanno a disposizione una unità mobile con cui riescono a raggiungere le aree remote del Cantone e quelle più esposte agli attacchi di Daesh. Medici che rischiano quotidianamente la vita per fare il proprio lavoro e per cercare di assicurare un servizio essenziale ad una popolazione che si trova stretta tra la morsa di Daesh e l’embargo di fatto imposto dalla Turchia.

 

Un gesto minimo ma necessario verso le difficoltà che il Rojava è costretto ad affrontare per far sopravvivere i principi democratici alla base dell’autonomia regionale.

 

Nel corso della nostra missione avevamo incontrato il nuovo sindaco di Derik/Al Malikiah: una donna di 27 anni, ingegnere, eletta come indipendente proprio per la sua competenza in materia di sviluppo delle infrastrutture. La sua elezione è stata per noi una piacevole conferma che gli istituti della democrazia partecipativa qui funzionano sul serio, nonostante l’emergenza della guerra.

Accompagnati dai medici della Mezzaluna Rossa ci siamo recati in visita nei campi profughi. Il campo Newroz lo avevamo già visitato: ospita ancora oltre 5mila profughi, ma nell’estate scorsa qui erano giunti in oltre 100mila, e i pochi medici volontari si erano trovati di fronte ad una vera e propria emergenza umanitaria con migliaia di visite mediche giornaliere.

Nel frattempo è sorto un nuovo campo, per circa 50 famiglie irachene provenienti dalla provincia di Zummar. In questo campo non c’è nulla a parte le tende, manca tutto, dai servizi igienici ad un centro per l’infanzia, e nessuna organizzazione umanitaria internazionale ci è mai entrata.
Abbiamo incontrato la “Casa delle donne”, un’istituzione centrale nella costruzione del progetto di democrazia pluralista. Nel momento in cui siamo arrivati c’erano donne di tutte le età, sia curde che arabe, riunite in assemblea per discutere come affrontare concretamente i casi di donne che hanno bisogno di aiuto. Il centro ha la possibilità di sedere come parte civile in tribunale nei processi per violenze di genere. Le attiviste ci hanno raccontato dei loro sforzi immensi per raggiungere porta a porta ogni donna del Cantone e spiegare quali sono i loro diritti, cercando di coinvolgerle nella vita sociale e politica.

 

Il prossimo passo sarà aprire altri percorsi di solidarietà concreta verso il Rojava. Lo faremo inviando a breve un nuovo carico di medicinali in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri italiano.

 

E, come ci hanno chiesto i nostri amici della Mezzaluna Rossa, organizzando alcune formazioni sulla cura dei traumi.

IN BREVE


Nome progetto: Distribuzioni aiuti umanitari 

Tipologia intervento: Emergenza umanitaria

Destinatari: Sfollati siriani nel nord-est della Siria

Durata: Maggio 2015

Area d'intervento: Nord-Est della Siria

Partner locale: Mezzaluna Rossa Curda (Heyva Sor a Kurd)

Finanziato da: Ufficio 8×1000 della Chiesa Valdese, donazioni private