Libano: imparare la pace e l’uguaglianza giocando a calcio

23 May 2023, 14:02

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È da poco rientrata dal Libano la delegazione di attiviste di Un Ponte Per composta da Bianca Farsetti e Giulia Torrini. Hanno trascorso una settimana di sport, solidarietà e amicizia nel campo profughi palestinese di Shatila.

Bianca e Giulia non erano sole. Sono arrivate accompagnate dalle preparatrici atletiche del Centro Storico Lebowski di Firenze, il primo club sportivo calcistico ad azionariato popolare.

Lo scopo della missione: allenare 3 gruppi di giovani calciatori e calciatrici del Palestine Youth Club di Shatila, che ormai da anni è un punto riferimento per lo sport popolare del campo di Shatila, dedicando particolare attenzione alle ragazze e al potenziale che lo sport può offrire nel loro cammino di emancipazione e autodeterminazione.

Abbiamo trovato un grandissimo entusiasmo che ci fa davvero ben sperare sulla possibilità di organizzare nuovamente iniziative di questo. Ce lo racconta la nostra Giulia.

Conosciamo bene il valore dello sport a tutte le latitudini. Ma in un luogo come il campo di Shatila, diventa inestimabile. Lo sport qui assume quella che la nostra Giulia Torrini chiama “una ragione di sopravvivenza psicologica”.

A Shatila si ha come la sensazione che manchi l’aria. Non è esattamente un posto sicuro dove crescere. Bianca Farsetti ce lo racconta così:

Siamo ad uno degli ingressi del campo profughi di Shatila, nato nel 1948 per ospitare poche persone. Oggi ce ne vivono circa 25mila. La situazione è davvero critica. Le case sono accalcate, non c’è acqua potabile e il sole non arriva mai. Molti bambini soffrono la carenza di vitamina D”.

Il campo profughi di Shatila, nato nel 1948 e tristemente famoso per il massacro del 1982, è uno dei posti più sovraffollati del pianeta. La città non fornisce alcun servizio municipale alle persone che vivono nel campo. L’energia elettrica arriva grazie ai generatori di corrente, che funzionano solo finché ci sarà carburante disponibile.

Una rete intricata di cavi elettrici penzola sopra gli stretti vicoli. La fornitura elettrica improvvisata si interrompe per ore e ore quasi ogni giorno. I residenti devono ricorrere a piccoli generatori che riempiono le anguste case di fumi di benzina. L’acqua che scorre dai rubinetti ha un sapore salato. Quella potabile deve essere acquistata.

Oggi, a causa della grave crisi economica in Libano, la peggiore degli ultimi cento anni secondo la Banca Mondiale, i rifugiati palestinesi nei campi affrontano sfide ancora più difficili, soprattutto nel garantire ai bambini e ai giovani una crescita sana e positiva.

La povertà sta aumentando a livelli estremamente preoccupanti. A tutto ciò si aggiunge la situazione storica svantaggiata delle persone rifugiate palestinesi in Libano, le quali da decenni si trovano escluse socialmente a causa dell’impossibilità di godere della maggior parte dei diritti civili e socio-economici.

Un Ponte Per è presente nel campo di Shatila dal 1997, con progetti di solidarietà e sostegni a distanza per accompagnare gli studi di bambini e bambine palestinesi.

Tra le attività che sosteniamo a Shatila:

  • il Basket Beats Borders, che ha visto nascere e svilupparsi una squadra di basket femminile, oggi famosa ben oltre i confini del campo;
  • il Centro Sportivo Polifunzionale “Sport for peace” che garantisce attività comunitarie rivolte a bambini/e e ragazzi/e del campo profughi, corsi di autodifesa femminile, eventi culturali, attività di sostegno scolastico e doposcuola, workshop per le donne, visite mediche sportive e consulenze nutrizionali.

Ce ne parla il nostro capomissione Libano David Ruggini.

“Siamo all’entrata del Centro Sportivo che abbiamo costruito all’interno del campo di Shatila. Qui sosteniamo i progetti del Palestina Youth Club. Nel Centro in questo momento ci sono attività sportive. Durante la settimana vengono svolte anche attività educative”.

Durante la permanenza della delegazione, nel Centro Sportivo che Un Ponte Per sostiene, ci sono state lezioni di ju-jitsu, oltre ai corsi di basket, calcio e boxe, che vanno avanti a livello continuativo ormai da più di un anno. Lo spazio è oggi frequentato da circa 100 bambini e bambine del campo. Nel video la nostra Giulia Torrini ci mostra il Centro Sportivo.

Siamo al piano più alto di questo edificio dove si trova il Centro Sportivo che Un Ponte Per ha contribuito a costruire. Questa è la sala dove ci sono le attività sportive: qui si fa basket con le bambine palestinesi di Shatila, boxe e ju-jitsu“.

Gli ultimi saluti dal campo prima di ripartire li lasciamo ancora alla nostra Giulia, che traccia un bilancio di questa grande esperienza umana di solidarietà.

Con una piccola donazione, puoi contribuire anche tu a migliorare il benessere fisico e mentale dei/delle giovani palestinesi di Shatila attraverso lo sport e le attività sociali ed educative. Dona adesso, anche una piccola donazione è importante>>

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