Iraq. Il ruolo delle donne nei processi di pace

24 June 2016, 12:38

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Un importante momento di dibattito lo scorso maggio ha visto le donne irachene confrontarsi sul ruolo che le attiviste e le giornaliste possono avere nella difesa dei diritti umani e nel processo di riconciliazione nazionale. Una delle attività del nostro Programma di protezione delle attiviste per i diritti umani in Iraq. 

 

 

Il 28 maggio 2016 il Centro per la protezione delle attiviste per i diritti umani della campagna “Shahrazad” ha ospitato la conferenza del Governance Center for Public Policies on Civil Peace in Iraq.

La conferenza ha trattato il tema del ruolo delle donne attiviste per la difesa dei diritti umani e delle giornaliste nel processo di riconciliazione nazionale, in un’analisi complessiva delle difficoltà che la società irachena sta affrontando.

Un momento di dibattito pubblico in cui è stata manifestata con chiarezza l’urgente necessità di prendere in considerazione il tema della rappresentanza femminile nei negoziati, così come all’interno dei Comitati che sono stati creati con lo scopo di facilitare un processo di riconciliazione nazionale.

Nibras Almaamouri, presidente dell’Iraqi Women Journalist Forum (IWJF), ha parlato del contesto mediatico iracheno e del ruolo che i media possono avere nella riconciliazione e nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica contro gli “hatred speech” (discorsi, propaganda di odio), così come per favorire l’apertura di spazi per le donne giornaliste, perché possano avere una funzione di primo piano nella produzione di programmi che facciano appello alla tolleranza e alla pace.

Alla conferenza hanno partecipato accademici, giornalisti, organizzazioni, istituzioni governative ed indipendenti. Nel corso dei lavori sono stati discussi numerosi temi relativi alla riconciliazione nazionale, alla disoccupazione e alle condizioni di vita che, da un punto di vista economico e sociale, stanno mettendo a rischio la convivenza in Iraq.

Da un punto di vista accademico, la conferenza ha trattato anche il tema della cooperazione tra università, centri di ricerca, organizzazioni della società civile e settore privato, con l’obiettivo di adottare e promuovere una narrazione pubblica collettiva che incoraggi la riconciliazione. Inoltre, è stato discusso il tema dell’inclusione di organizzazioni internazionali di rilievo nel processo di pace iracheno, come parti terze che possano coordinarsi con il governo.

Al termine dei lavori, moderati da Montaser Alaidani, Capo del Centro Governativo, e da Adel Bedaiwi, direttore del CEO, è stata presentata la relazione finale discussa con i partecipanti ed approvata.

Conclusioni e raccomandazioni saranno fatte arrivare ai decision-makers delle autorità esecutive e legislative irachene.

Sessione media: donne giornaliste, realtà e sfide

Altro importante appuntamento è stato quello che ha visto svolgersi la 30ma Conferenza sui Media in Iraq, alla quale hanno preso parte circa 120 persone interessate a discutere la situazione delle giornaliste e le sfide che si trovano ad affrontare nel loro lavoro quotidiano.

Il pubblico presente, in gran parte già attivo nella Campagna “Shahrazad”, aveva alle spalle un lungo lavoro nella difesa dei diritti umani e nell’organizzazione di training ed assistenza legale per le donne.

L’avvocato del Centro di “Shahrazad” ha invitato le giornaliste e le attiviste a visitarne lo sportello legale e usufruire gratuitamente dei suoi servizi.

Il direttore di Unesco in Iraq, Dhiaa Alsarrai, ha parlato dell’utilizzo da parte delle donne dei social media, citando un report della sua organizzazione sui livelli di libertà di espressione nel paese. Ha puntato l’attenzione sul ruolo giocato dai social media nel consentire alle donne di aprire nuovi spazi di libera espressione, nonostante le difficilissime condizioni che sono costrette a vivere nel loro paese. Ha anche sottolineato come la percentuale di utenti dei social media in Iraq sia molto vasta e significativa, ragione per cui è necessario educare la comunità ad investire nel settore delle tecnologie in modo positivo.

Anja Feller, presidente della Fondazione tedesca “Friedrich Ebert”, presente ad Amman e Baghdad, ha parlato della sua visione della condizione femminile in generale e nel settore dei media in particolare, ricordando che la Germania dopo la seconda Guerra mondiale fu interessata da una serie di cambiamenti importanti che ebbero un impatto anche sulle donne.

Come ad esempio l’introduzione di quote, un sistema che, per quanto criticabile, può rappresentare uno strumento utile per fornire alle donne un ruolo decisionale in fasi di transizione. Anja Feller ha anche trattato il tema del ruolo del linguaggio mediatico, da formulare secondo una prospettiva di genere, soprattutto in considerazione dell’importante ruolo che hanno i media nel sensibilizzare e formare l’opinione pubblica, anche in tema di questioni di genere.

L’Iraqi Women Journalist Forum, che ha partecipato alla conferenza, ha presentato la campagna “Shahrazad” ed i principali risultati ottenuti in questi anni di lavoro.

*La versione originale dell’articolo è comparsa sul sito di ICSSI.