Un Ponte Per la Siria: la missione di soccorso alle vittime del terremoto

18 May 2023, 14:53

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Il 6 febbraio 2023, un terribile terremoto ha colpito il nord della Siria. Uno dei terremoti più violenti mai registrati, con una potenza 30 volte superiore a quella del sisma che ha colpito l’Irpinia.

La combinazione di un disastro naturale di tali proporzioni e il protrarsi della crisi causata dal conflitto, ha avuto conseguenze devastanti per migliaia di persone già in difficoltà a causa della crisi economica, dei prezzi elevati del cibo e della scarsità di risorse. Molte famiglie si sono trovate senza un tetto e costrette ad affrontare temperature rigide, senza avere accesso ai beni e ai servizi essenziali come cibo, farmaci e cure.

I soccorsi che sono stati resi possibili grazie alle donazioni dei nostri sostenitori, sono stati ancora più preziosi e necessari in quanto sono giunti in un momento in cui la comunità internazionale non stava fornendo alcun aiuto.

Il regime siriano ha infatti tentato di controllare l’organizzazione e la consegna dell’assistenza umanitaria in tutto il paese. Nonostante il nord-ovest della Siria sia stata la zona più colpita, l’assistenza umanitaria internazionale qui è stata molto limitata e lenta: il primo convoglio di aiuti delle Nazioni Unite è entrato attraverso il valico di Bab al-Hawa solo il 9 febbraio, ben quattro giorni dopo il terremoto.

In questo scenario di disperazione, Un Ponte Per si è subito attivata per supportare le persone colpite reperendo medicine e dispositivi medici e lanciando la campagna di raccolta fondi  Emergenza Terremoto in Siria, un appello urgente per fornire aiuti immediati attraverso il lavoro di Heyva Sor a Kurdistanê/Mezzaluna Rossa Curda (KRC) e Action for Humanity/Syria Relief (AFH), i nostri preziosi partner in Siria occidentale.

Quando le squadre dei nostri collaboratori sono arrivati nelle province di Aleppo e Idlib, la situazione era disperata.

Mohamed ricorda il momento in cui la terra ha iniziato a tremare. Il sedicenne dormiva nella sua casa a Jinderes, città della provincia di Aleppo e una delle aree più colpite dal terremoto. Quando il terremoto ha sventrato la sua casa, Mohammed e la sua famiglia sono rimasti intrappolati sotto le macerie. Solo lui e suo fratello sono riusciti a salvarsi.

Mi sono svegliato e l’intero edificio tremava. Mi padre ci urlava di uscire. Poi ci è crollato addosso. Non riesco a spiegarlo, sono stati momenti orribili. Ero sotto le macerie, stavo per soffocare. Ho gridato chiamando mio fratello e lui è riuscito a tirarmi fuori. Sono così triste per mia madre, era viva ma non siamo riusciti a salvarla”.

Le prime ore dopo il disastro sono state cruciali.

Grazie alla generosità dei molti sostenitori e sostenitrici che hanno risposto al nostro appello, abbiamo potuto fornire assistenza medica d’urgenza, cibo, acqua potabile e riparo alle persone ferite e in maggiore difficoltà.

Nel giro di poche ore, i nostri partner hanno tirato su 35 accampamenti per offrire rifugio a coloro che hanno perso le loro case. Questi accampamenti hanno dato riparo a circa 5000 persone, garantendo loro protezione dalle rigide temperature e un posto sicuro dove dormire.

Ma la risposta non si è limitata alla fornitura di alloggi temporanei. Ad Aleppo, una delle città siriane più colpite dal terremoto, nei due quartieri di Shekh Maqsoud e Eshrefiy Shekh, i nostri partner hanno lavorato incessantemente per 24 ore al giorno per evacuare i feriti e trasportarli nelle strutture sanitarie locali. A Jinderes, la città di Mohamed, sono stati noleggiati escavatori in modo da liberare e soccorrere le persone ancora vive rimaste sotto le macerie.

Le prime distribuzioni si sono concentrate nelle città di Sarmada, Harim e Atareb, città nelle province di Aleppo e Idlib. Il nostro partner AFH ha mobilitato tre squadre per distribuire pasti pronti alle famiglie che si trovavano in strada e, contemporaneamente, cesti alimentari e kit di emergenza contenenti coperte, teli di plastica per ripararsi dalla pioggia, taniche per l’acqua e prodotti per l’igiene personale a 861 famiglie.

La crisi umanitaria in Siria è ancora in corso, ma grazie alla generosità di molte persone, associazioni, reti di organizzazioni e gruppi informali che hanno contribuito con una donazione o organizzato eventi di raccolta fondi per le vittime del terremoto, migliaia di persone hanno ricevuto assistenza vitale.

 

La video-testimonianza di Lava Zada, Medical Advisor di Un Ponte Per