In Northeast Syria, Turkey resumes bombing

7 November 2023, 16:30

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Una nuova operazione militare turca, che prosegue a fasi alterne dal 2019, torna a spaventare la popolazione. E a danneggiare gravemente le strutture civili.

Nei giorni in cui la tragedia palestinese è tornata ad imporsi alle cronache, ricordando al mondo la sua urgenza, il governo turco è tornato a bombardare il Nord Est Siria, compiendo un attacco tra i più duri dell’ultimo anno. Non lo hanno raccontato i media, ma dal 5 al 10 ottobre scorso le forze armate turche hanno condotto un’aggressione durissima contro la popolazione dell’area. Questa volta sono stati presi di mira target civili, infrastrutturali ed energetici. I bombardamenti hanno colpito oltre 150 siti nei governatorati di Hassakeh, Raqqa e Aleppo, provocando decine di vittime e distruggendo centrali elettriche e idriche, che hanno comportato il taglio di acqua ed elettricità in tutta la regione.

Come denuncia l’Amministrazione Autonoma, i danni alle infrastrutture hanno avuto un impatto gravissimo su 4,3 milioni di persone, mettendo completamente fuori uso 18 centrali idriche e 11 centrali elettriche, tra cui quella di Sweidiya, che fornisce gas ed elettricità a tutte le regioni del Nord Est; e quella di Qamishlo, che sostiene 40mila famiglie. Attacchi che hanno reso impossibile la distribuzione di energia elettrica e acqua almeno fino al 18 ottobre. Una situazione già denunciata in passato dalla società civile, che lancia l’allarme sulla diffusione di malattie come il colera a causa della mancanza di acqua pulita. I due ospedali di Al-Jazira e Kobane sono stati messi completamente fuori servizio.

“Non è la prima volta che ci troviamo a fronteggiare le drammatiche conseguenze degli attacchi turchi nell’area”
Luca Magno, Desk Programmi Siria di Un Ponte Per

Le lezioni scolastiche sono state interrotte, lasciando a casa migliaia di studenti e studentesse che frequentano 48 scuole. Il numero totale di siti civili presi di mira dalle forze armate turche è arrivato a 104, nel corso di 580 incursioni aeree e terrestri da Derik fino a Al-Shahba, che hanno colpito la quasi totalità del Nord Est Siria. Durante l’aggressione, sono state uccise almeno 50 persone e altrettante sono rimaste ferite. La popolazione, già alle prese con una grave crisi idrica dovuta alla siccità dei mesi estivi, si trova adesso in grave difficoltà e il livello dei danni provocati a servizi essenziali eccede la capacità di risposta delle organizzazioni umanitarie che operano sul campo. Come fanno sapere i nostri colleghi e colleghe locali, le operazioni militari hanno provocato la distruzione di numerose centrali elettriche e, di conseguenza, messo in ginocchio gli ospedali locali e causato gravi danni alle scorte di medicinali che è necessario conservare nei frigoriferi. Ma la situazione peggiore, avvertono, è quella che si registra nella regione della Jazira, dove la mancanza di acqua pulita sta rischiando di creare danni importanti.

Non è la prima volta che ci troviamo a fronteggiare le drammatiche conseguenze degli attacchi turchi nell’area” ci racconta Luca Magno, Desk Programmi in Siria di Un Ponte Per. “Stiamo lavorando con i nostri partner per fare la nostra parte e fornire nuovi generatori e pannelli solari, assicurare assistenza medica attraverso le Unità mobili per coprire i bisogni dei villaggi e dei campi per sfollati/e colpiti, come quello di Washokhani. Le persone sono molto spaventate, dobbiamo rassicurarle, far sentire loro che non sono sole e che siamo pronti a ricostruire quello che la guerra distrugge, ogni volta che sarà necessario”.