Siria. Crescere sicure a Raqqa

8 Novembre 2023, 14:16

Si chiama “La nostra casa protetta”, in arabo “Darna al Aman”, il progetto con il quale Un Ponte Per, grazie al prezioso sostegno dei fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, è riuscita ad aprire e sostenere nel tempo tre Spazi Sicuri a Raqqa, destinati a donne, ragazze, bambine e bambini che vivono tra le macerie di una città duramente colpita da 12 anni di conflitto. Grazie alla collaborazione con il partner locale, Doz, Un Ponte Per è in grado di garantire protezione a bambine, donne e ragazze che devono fare i conti con un presente ancora caratterizzato da guerra e sfollamento.

Gli Spazi Sicuri di Un Ponte Per in Siria sono stati aperti nel 2021. Da allora, forniscono supporto, sostegno e prevenzione per contrastare la violenza minorile e di genere ogni giorno.

Solo nel 2023 hanno accolto e supportato quasi 3.300 persone tra donne, adolescenti, bambini e bambine.

“Si tratta di Spazi che accolgono bambine e bambini, donne e ragazze, organizzati secondo le loro necessità specifiche”, ci racconta Ambra Malandrin, responsabile del progetto. “In ognuno di questi Spazi si svolgono attività individuali e di gruppo, viene fornito supporto individuale e protezione dell’infanzia per la prevenzione delle violenze di genere, dei matrimoni precoci, dello sfruttamento del lavoro minorile. E per garantire alle donne sostegno”.

Le attività svolte sono moltissime, e vengono organizzate secondo i bisogni che i partner locali riscontrano. In quello dedicato a bambine e bambini, a volte è sufficiente anche soltanto giocare.

“Le attività nello Spazio per bambine e bambini sono di tipo ludico, sportivo, musicale. Si rivolgono a bambine e bambini che hanno perso tutto a causa della guerra e dello sfollamento, e che per questo non hanno avuto diritto ad un’infanzia normale. Anche essere liberi di giocare diventa allora uno strumento di emancipazione”, spiega Ambra. “Cerchiamo poi di accompagnarli in un percorso che li renda consapevoli dei loro diritti e dei pericoli che corrono”.

A Raqqa non esistono infatti luoghi dedicati all’infanzia, e non è raro vedere bambine e bambini giocare tra le macerie, o tra gli scheletri di palazzi distrutti, con il rischio che possano imbattersi in ordigni inesplosi. “Uno dei risultati più importanti che abbiamo riscontrato è stato proprio quello di garantire loro un posto in cui giocare con i propri coetanei in modo sicuro. Ci dicono spesso che nello Spazio si sentono a loro agio perché possono vestirsi, dire, fare ciò che vogliono. Bisogna tenere presente che circa il 60% dei bambini che frequentano il nostro Spazio non va a scuola, quindi avere sessioni educative e una regolarità nella loro vita quotidiana rappresenta un grande sostegno, che li aiuta a crescere e sviluppare le proprie capacità”, sottolinea Ambra. “Quando e se lo staff specializzato che opera nello Spazio riscontra problemi individuali più seri, o questioni di sicurezza, può agire in modo immediato e supportare i bambini a livello individuale, coinvolgendo anche le famiglie”, spiega. Tra gli obiettivi del lavoro, infatti, c’è il contrasto alla violenza e allo sfruttamento del lavoro minorile.

Per quanto riguarda lo Spazio dedicato a donne e ragazze, anche qui si svolgono molte attività create “per conoscersi, creare legami e relazioni, renderle consapevoli dei loro diritti. Cerchiamo di ricostruire quella rete sociale che il conflitto ha distrutto, e di superare le difficoltà che ancora le donne hanno a muoversi e abitare lo spazio pubblico”, spiega Ambra. “Prima di avviare il nostro intervento, sapevamo che solo il 7% delle donne aveva accesso a servizi di protezione dalla violenza di genere a Raqqa. E anche se la guerra adesso sembra lontana, i suoi effetti sono ancora una realtà quotidiana per loro. Poter accedere a questi Spazi diventa centrale, un primo passo nel percorso di riappropriazione della loro autonomia, libertà, emancipazione”, racconta Ambra.

Recentemente, grazie al supporto dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, abbiamo iniziato a lavorare su un altro tassello importante: “Un servizio di trasporto sicuro da e per gli Spazi, individuando le zone di Raqqa e dei dintorni più svantaggiate da questo punto di vista. Oggi siamo in grado di raggiungere le aree da cui arrivano le donne e i bambini che frequentano i nostri Spazi, e accompagnarli in modo sicuro nel percorso da e verso casa. Una cosa molto importante”, sottolinea. “Inoltre, usiamo il servizio di trasporto anche per accompagnare i bambini a giocare a calcio ad esempio. Abbiamo identificato un luogo adatto, privo di pericoli, e li accompagniamo perché possano sfruttarlo in sicurezza”. Un servizio dedicato anche alle donne: l’obiettivo è che si sentano libere e sicure non solo dentro lo Spazio, ma anche nel tragitto che devono percorrere per raggiungerlo”, conclude Ambra.

Contrastare la violenza di genere in ogni sua forma resta l’obiettivo centrale dell’intervento di Un Ponte Per nel nord est della Siria, dove 12 anni di conflitto hanno reso le bambine e le donne particolarmente esposte a rischi, discriminazioni e difficoltà di ogni tipo. Accompagnarle nel loro percorso di riappropriazione del diritto alla vita, alla sicurezza, libere dalla violenza di genere resta il primo passo da compiere per costruire un futuro più giusto per tutti e tutte.