Chi pagherà la sospensione dei fondi all’UNRWA

31 Gennaio 2024, 17:44

Da oltre 25 anni operiamo nei campi palestinesi in Libano e conosciamo molto bene le possibili conseguenze sulla vita di queste persone della scelta di alcuni Governi, tra cui l’Italia, di sospendere i finanziamenti all’Agenzia Onu UNRWA.

“Tagliare i fondi all’UNRWA significa non solo retrocedere sui servizi che vengono offerti nel campo di Shatila o in Libano, ma in tutta la diaspora palestinese che possiamo trovare anche in Siria e in Giordania”, ha dichiarato David Ruggini, Capo Missione in Libano, Un Ponte Per.

Nel 2022 l’UNRWA ha portato assistenza a circa 5,9 milioni di palestinesi, garantendo istruzione, servizi sanitari e cibo. La sospensione dei fondi voluta rappresenta una fetta spaventosa – circa il 57% – di quel budget che consente di offrire questi servizi di sussistenza.

Un taglio che rischia di privare bambine e bambini palestinesi della possibilità di andare a scuola o di avere accesso all’acqua o alle cure mediche essenziali. In altre parole, significa lasciare che queste persone perdano, con ogni probabilità, quel minimo di dignità e accesso ai diritti che manda avanti la loro vita.

“Se continueranno queste politiche verso l’UNRWA, i bambini e le bambine palestinesi non avranno scuole, ospedali o servizi medici a cui rivolgersi”, ci ha detto Mr. Kassem, fondatore di Beit Atfal Assumoud, organizzazione palestinese con cui portiamo avanti il nostro programma di Sostegno a Distanza Family Happiness in Libano.

Quello a cui stiamo assistendo sembra essere l’ennesimo atto di punizione collettiva nei confronti di una delle popolazioni più vessate dell’ultimo secolo. Le conseguenze di queste scelte colpiranno la vita di milioni di persone che, in molti casi, non hanno neanche mai messo piede a Gaza o in Palestina.

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