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InterCommunity: integrare attraverso l’educazione

CONTESTO
Dal 2019 il Libano è sprofondato in una delle crisi economiche e sociali senza precedenti per il Paese. A marzo 2020 è stato dichiarato il primo default, a cui si è sommata la crisi sanitaria causata dalla Pandemia, e, come se non bastasse, i profondi danni generati dall’esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020. Pandemia, crisi monetaria e politico-istituzionale lo hanno reso un Paese allo stremo delle forze. Negli ultimi 2 anni, circa 7 persone su 10 sono scivolate sotto la soglia di povertà: 15% delle famiglie decide di interrompere l’educazione dei propri figli e delle proprie figlie, il 25% non può permettersi strumenti per la didattica online, nel 30% un/a bambino/a salta almeno un pasto ogni giorno, il 60% fa debiti per comprare il cibo, mentre il 77% non ha cibo in tavola a sufficienza (percentuale che si alza al 99% nelle famiglie di rifugiati/e siriani/e e palestinesi).
I tassi di dispersione scolastica, di matrimoni precoci e lavoro minorile sono in forte ascesa.  In questo contesto, migliaia di giovani hanno affollato le piazze per chiedere un cambio radicale della classe politica, la fine del settarismo e della corruzione.

 

IL PROGETTO
A partire da settembre 2020 fino ad agosto 2021, Un Ponte Per attraverso il progetto “InterCommunity: Integration through Education”, finanziato da Otto per Mille della Chiesa Evangelica Valdese – Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, da vita ad un nuovo intervento di assistenza e sostegno alla popolazione palestinese e siriana rifugiata nei campi del Libano, in assoluto la fascia di persone più povera, marginalizzata e con meno opportunità di riscatto.

L’intervento è improntato in special modo all'educazione e al benessere di minori e adolescenti: garantisce sostegno ai centri educativi dell’organizzazione locale Beit Aftal Assumoud, storico partner di Un Ponte Per, nel campo ​di Bourj el Shemali (Tiro). Qui si realizzano attività di educazione non formale, attività sportive, supporto psicosociale, "teatro degli oppressi", educazione alimentare e attività culturali per 130 ragazzi/e a rischio di marginalità sociale, con il fine di migliorare il livello di equilibrio psicofisico per ognuno/a di loro e di creare maggiori opportunità di interazione (e integrazione) tra giovani palestinesi e siriane/i e la comunità libanese ospitante.

Il programma vuole combattere, inoltre, l'abbandono scolastico attraverso il sostegno psicologico e attività sportive ed educative, orientate anche a promuovere uno stile di vita sano ed equilibrato e una corretta alimentazione.

 

UPP IN LIBANO
Un Ponte Per è presente in Libano dal 1997. Lavora principalmente nei campi profughi palestinesi, per garantire diritto alla studio e alla salute ai/alle minori palestinesi e siro-palestinesi rifugiati/e. In seguito alle emergenze umanitarie che hanno attraversato il paese, ha sostenuto i propri partner nella risposta e nella distribuzione di aiuti di prima necessità. Opera al fianco di organizzazioni locali per sostenere il processo di ricostruzione della coesione sociale, in seguito alla guerra civile che ha insanguinato il paese per 15 anni. Dal 2017 partecipa alla prima sperimentazione italiana dei Corpi Civili di Pace, con la presenza in Libano di giovani operatrici e operatori che collaborano con le organizzazioni partner in programmi di educazione non formale e peacebuilding.

IN BREVE


Nome progetto: InterCommunity: Integration through Education

Tipologia intervento: Educazione, Supporto psico-sociale

Destinatari: Bambini/e e adolescenti rifugiati/e palestinesi e siriani/e, comunità ospitante

Durata: Settembre 2020 - Agosto 2021

Area d'intervento: Campo palestinese di Bourj el Shemali, Libano.

Partner locale: Beit Aftal Assumoud 

Finanziato da: Otto per Mille della Chiesa Evangelica Valdese – Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi