Sanremo 2023: diamo voce a chi si rifiuta di imbracciare armi

31 Gennaio 2023, 14:35

“Caro Amdeus ti scrivo…”, i co-Presidenti di Un Ponte Per, Alfio Nicotra e Angelica Romano, hanno inviato una lettera aperta al conduttore della 73esima edizione di Sanremo Amadeus e alla Presidente RAI per chiedere che sia dato spazio durante il Festival alla testimonianza degli obiettori di coscienza russi e ucraini.

 

Al Conduttore della 73esima edizione del Festival di Sanremo
Amedeo Umberto Rita Sebastiani detto Amadeus

Pc: alla Presidente della RAI Marinella Soldi

Roma, 31 gennaio 2023

Caro Amadeus,

abbiamo appreso con favore che nelle giornate della 73esima edizione del Festival di Sanremo si darà spazio alla terribile guerra in corso scatenata dall’invasione da parte della Federazione Russa del territorio ucraino e che sta mietendo, da quasi un anno, decine di migliaia di vittime.

Non è questa la sede per entrare nel merito dell’opportunità o meno di dare spazio, in una manifestazione televisiva seguita in tutto il mondo, al Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.

Ci limitiamo a constatare che Zelensky gode di una copertura mediatica senza precedenti. 

Al contrario ci sembra che la testimonianza, espressa a rischio della vita e della propria libertà, di migliaia di obiettori di coscienza ucraini e russi, sia stata completamente ignorata dalla TV pubblica e dal sistema mass mediatico italiano ed europeo.

Non dovrebbe una manifestazione artistica del peso di Sanremo dare voce e sostegno a chi si rifiuta di imbracciare un fucile e di sparare ad un proprio fratello? Perché questo esempio – così affine allo spirito e alla lettera della nostra Costituzione – che rappresenta uno dei pochi ponti esistenti tra i due popoli, non viene valorizzato come una via da seguire?

Sono ragazzi giovanissimi- come il russo Alexander Belik, o gli ucraini Vitaliy Vasyliovych Alekseienko e Andrii Kucher – che nel delirio dell’isteria nazionalista scelgono di anteporre alla logica barbara delle armi il ripudio della guerra, la necessità di risolvere il conflitto con la forza del dialogo, dell’ostinato negoziato e del faticoso lavoro diplomatico. Forse perché il loro andare in prigione, condannati dai tribunali speciali, rompe la narrazione che ogni giorno viene diffusa da governi capaci di mettere in campo solo nuove escalation e più armamenti?

Dopo aver attraversato più volte il territorio martoriato dell’Ucraina con aiuti umanitari e carovane pacifiste, Un Ponte Per ha lanciato una campagna a sostegno dei Costruttori di Pace e si è attivata in difesa degli obiettori di coscienza ucraini e russi, diffondendo una petizione europea affinché la UE assicuri l’asilo politico a obiettori e disertori in Russia, Bielorussia e Ucraina.

Quest’anno ricorre il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, che nella sua famosa lettera ai cappellani militari scriveva “oggi l’obbedienza non è più una virtù ma la più subdola delle tentazioni”. A questa tentazione non cedono ragazzi poco più che ventenni che si sottraggono da veri eroi a questo mattatoio di esseri umani e di speranza.

Caro Amadeus, hai scelto come co-conduttore delle tue serate una persona come Gianni Morandi che ebbe il coraggio di cantare una canzone contro la guerra in Vietnam: “C’era un ragazzo che come me..”. Quel ragazzo, quei ragazzi, ci sono anche oggi. Sono gli obiettori di coscienza russi ed ucraini. Invitateli al Festival, dategli voce.

Alfio Nicotra e Angelica Romano
co-Presidenti di Un Ponte Per