Un nuovo sistema di ambulanze in Siria: la speranza corre al ritmo delle sirene

9 Maggio 2023, 21:17

Se c’è un settore più colpito degli altri dal decennale conflitto siriano, è senza dubbio quello sanitario. Un nuovo sistema di ambulanze “fa da ponte” tra le poche strutture sanitarie del nord del Paese, regalando un po’ di speranza a una popolazione martoriata da una guerra infinita e ora alle prese con le conseguenze del terremoto.

La carenza di medicinali e di personale medico, i prezzi elevati dei servizi sanitari privati e la chiusura di molti centri medici (spesso causati dalla distruzione delle infrastrutture) rappresentano la triste normalità in Siria. La guerra, tra le altre cose, ha intaccato duramente la capacità delle famiglie di spendere soldi per la propria salute: le strutture sanitarie a pagamento sono ormai fuori dalla portata di quasi tutta la popolazione. Per questi motivi, dal 2015 il nostro impegno nel nord-est della Siria si è concentrato sulla riabilitazione e sul rafforzamento delle strutture sanitarie pubbliche, al fine di garantire a tutti/e un accesso libero e paritario ai servizi sanitari. Crediamo che il diritto alla salute sia uno strumento fondamentale per il perseguimento della propria autodeterminazione.

Grazie al lavoro congiunto con il nostro partner Mezzaluna Rossa Curda (KRC, Heyva Sor a Kurd) abbiamo creato un nuovo sistema di gestione e coordinamento delle ambulanze, con un ufficio centrale e tre centri operativi situati nelle principali aree urbane, in grado non solo di raggiungere le persone nel nord-est del Paese, ma anche di spingersi fino a Raqqa e Aleppo. La rete creata con il supporto della European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations (ECHO) e del Consorzio LEARN collega le strutture sanitarie delle aree di Qamishlo, Hassakeh e Malikiyyeh con quelle più a ovest (Raqqa e Manbij). Il collegamento dei vari centri sanitari consente oggi una risposta coordinata alle emergenze in gran parte del nord del Paese. Ciò garantisce un accesso migliore e paritario al diritto all’assistenza sanitaria per tutte le persone dell’area.

Attraverso una linea telefonica dedicata utilizzata dalle strutture sanitarie, il centro di coordinamento delle ambulanze ha centralizzato il sistema di trasferimento dei pazienti verso strutture sanitarie specializzate o verso aree dove sono disponibili i servizi necessari. Questo servizio permette di effettuare i trasferimenti in modo più rapido ed efficiente, cercando di evitare perdite di tempo essenziali per salvare vite umane. Le ambulanze servono l’intera area del nord del Paese e non sono dedicate a una specifica struttura sanitaria, garantendo una risposta flessibile e tempestiva ai trasferimenti di emergenza. I centri di coordinamento e le ambulanze operano 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il sistema gestisce oltre 50 ambulanze, dislocate in vari centri operativi.

“Il nostro lavoro prevede il trasferimento di pazienti tra tutte le città del nord della Siria, anche tra ospedali della stessa città, a seconda delle esigenze”, spiega Omar Salem, coordinatore del centro ambulanze di KRC. “Quando riceviamo una chiamata di emergenza, viene inviata immediatamente un’ambulanza con una équipe medica per valutare le condizioni del paziente e scegliere la destinazione ospedaliera appropriata”, aggiunge. Dopo questa fase solitamente viene effettuato il coordinamento con l’ospedale che riceverà il paziente. Tutte le ambulanze sono monitorate 24 ore su 24 dal centro di coordinamento, finché il veicolo non raggiunge la destinazione specificata. I veicoli sono stati equipaggiati con tutti i dispositivi necessari, come defibrillatori, nebulizzatori, bombole di ossigeno e farmaci. Grazie a questo servizio, ogni mese vengono trasferiti in media 1.350 pazienti gravemente malati nelle strutture sanitarie più adeguate. I bisogni sono molti e le strutture adatte sono spesso a centinaia di chilometri di distanza. Infatti, “molte persone hanno bisogno di interventi chirurgici che non sono disponibili nella loro città e devono viaggiare in altre zone, ma non possono permettersi di affittare un’ambulanza o organizzare il proprio trasferimento autonomamente, perché sarebbe molto pericoloso per la loro salute”, continua Salem. In passato, le persone erano costrette a chiedere prestiti per affittare un’ambulanza o finivano per usare un’auto normale, senza le attrezzature necessarie. Il più delle volte rinunciavano perché le spese diventavano insostenibili. Con la creazione di questo sistema di coordinamento, siamo invece in grado di trasportare in sicurezza i/le pazienti in ambulanza, con personale medico a bordo e in coordinamento con tutti gli ospedali della zona. Anche durante l’emergenza seguita al terremoto, questo servizio si è rivelato essenziale per rispondere alle esigenze della popolazione colpita nell’ovest del Paese. Il servizio, infatti, è completamente gratuito per la popolazione. Anche Mohamed Salah, paramedico del centro ambulanze, racconta come le nuove vetture stiano facendo la differenza: “Oggi le persone che hanno bisogno di cure urgenti sanno che possono essere trasferite gratuitamente in qualsiasi struttura sanitaria della Siria settentrionale, non devono più pensare alle spese o usare le normali auto con tutti i rischi che ne derivano”. Certo, la situazione rimane complicata, infatti “spesso gli ospedali non hanno tutte le attrezzature necessarie, soprattutto per le malattie renali, epatiche e oncologiche”, aggiunge. Molte persone sono costrette a recarsi a Damasco per ottenere dosi di farmaci antitumorali, per questo “sarebbe importante rendere disponibili questi farmaci anche nelle regioni del Nord-Est della Siria dove operiamo” – conclude Salah. Il lavoro è duro, soprattutto quando ci si reca in aree remote e oltre a prestare attenzione a tutto ciò che riguarda la salute del paziente, capita di dover affrontare rischi legati alla sicurezza e alle condizioni stradali. L’autista di ambulanze Ibrahim Mohammed racconta: “Siamo felici quando riusciamo a salvare una persona grazie a un intervento tempestivo. Durante uno dei miei viaggi, l’ambulanza si è rotta. Ho contattato il gruppo operativo principale e un’altra ambulanza è stata inviata dal centro più vicino per completare il viaggio. Alla fine il paziente è arrivato in tempo e gli abbiamo salvato la vita“.

Ricostruendo ospedali, reparti di maternità e cliniche. Acquistando ambulanze e formando personale medico, paramedico, infermieristico e ostetrico. Sostenendo reti di associazioni che organizzano campagne di coesione sociale e i comuni che mettono in pratica l’esperimento del confederalismo democratico, esempio di convivenza tra comunità e protagonismo femminile per tutta la regione. Incoraggiando scambi e mutuo-sostegno, perché solo dal basso si potranno trovare soluzioni ai conflitti. Sono tanti i modi con cui è possibile costruire ponti con la Siria, ogni giorno. Noi ci proviamo.