A Vienna il movimento pacifista chiede un cessate il fuoco subito!

12 Giugno 2023, 16:56

E’ ripartita da Vienna la sfida della società civile internazionale che non si arrende alla logica delle armi e rivendica “negoziati che possano rafforzare la logica della Pace invece dell’illogica della guerra”. L’obiettivo principale del “Vertice di Vienna” appena concluso, è stato quello di diffondere un appello globale urgente, una “Dichiarazione di Vienna per la Pace”, il cessate il fuoco e i negoziati in Ucraina.

Nello scorso fine settimana, la capitale austriaca ha ospitato il Vertice internazionale per la Pace in Ucraina. Un incontro promosso dalla società civile internazionale per definire un contributo “dal basso” a percorsi di pacificazione, partendo da una forte richiesta di “cessate il fuoco” che sfoci in negoziati concreti e condivisi. Tra i promotori del Vertice di Vienna anche la coalizione italiana “Europe For Peace”, di cui Un Ponte Per fa parte insieme alla Rete Italiana Pace Disarmo. Ha partecipato in nostra rappresentanza Fabio Alberti, fondatore di Un Ponte Per, che racconta la due giorni di incontri nell’articolo uscito su Servizio Pubblico di Michele Santoro. Qui di seguito il testo:

Fabio Alberti sul palco del Vertice di Vienna

“Cessate il fuoco subito, senza se e senza ma, salvate vite umane e cominciate a trattare”. Da Vienna emerge unanime questo appello, pur nella differenza dei punti di vista che convivono in un movimento ampio e plurale come il movimento per la pace.  Insieme è stato preso l’impegno a continuare la mobilitazione in tutti i paesi, più di 40 quelli qui rappresentati, fino ad una settimana di mobilitazione globale dal 30 settembre all’8 ottobre prossimo.

Queste le risultanze di due giorni molto intensi di lavori in cui 400 delegati da tutti i continenti sono stati impegnati nel summit promossa da due delle più antiche e blasonate organizzazioni pacifiste, l’International Peace Bureau, nato nel 1891 e Nobel per la pace nel 1910 e la Woman International League for Peace and Freedom, che nel 1915 raccolse la chiamata contro l’inutile strage della Grande guerra di decine di organizzazioni femminili. Promotrice del summit anche la rete italiana Europe for Peace, più volte citata come esempio di capacità di unità e presente con una consistente delegazione che ha visto, insieme alla Rete Pace e Disarmo, CGIL, Sant’Egidio, Le Acli, il Movimento Nonviolento, Un Ponte Per, Papa Giovanni XXIII, la carovana #StopTheWarNow. Numerosa anche la partecipazione statunitense che dalla guerra del Vietnam è stata costantemente impegnata a frenare il militarismo del loro paese.

Al centro del dibattito innanzi tutto le vittime, centinaia di migliaia sia ucraine che russe, come hanno testimoniato i rappresentanti e le rappresentanti ucraine la cui descrizione delle sofferenze delle popolazioni hanno commosso la sala, e ricevuto la solidarietà dei partecipanti russi e bielorussi che si battono contro la guerra con grave rischio personale. La guerra – ha detto il presidente del Movimento Pacifista ucraino Yuri Sheliashenko – la guerra è “innanzitutto l’uccisione di massa di esseri umani” e non è mai ineluttabile ma “è sempre una scelta”. La scelta di uccidere altri esseri umani che l’obiettore di coscienza Vitaly Alekseenko – il cui messaggio è giunto alla conferenza – ha respinto pagando con il carcere da cui è stato recentemente rilasciato anche grazie alla pressione internazionale. Una solidarietà confermata insieme alla volontà di stringere ulteriormente la collaborazione con la società civile ucraina, russa e bielorussa.

Nessun dubbio sulla condanna della invasione russa, ribadito nel comunicato finale. “Nessun errore dell’occidente, nessuna minaccia da parte della Nato, nessun calcolo geopolitico potrà mai giustificare la decisione di invadere un paese e di bombardare la sua popolazione” ha detto una rappresentante ucraina raccogliendo un fragoroso applauso dalla sala anche quando ha implorato “smettete di combattere subito” poi ci sarà tempo per discutere, ma intanto smettete di uccide. I tempi dei negoziati sono lunghi e – come ha ricorda l’ex colonnella dell’esercito statunitense Ann Wright – possono durare anche molto a lungo, come ad esempio quelli dopo la guerra di Corea, ma nel frattempo è necessario che non si continui a morire. Il cessate il fuoco immediato e senza condizioni è il punto centrale e unificante del movimento globale, che “non significa riconoscere nessun diritto territoriale alla Russia, ma solo far cessare le uccisioni e dare una possibilità alla pace” come è scritto nel documento di convocazione.

Di “errori” l’occidente ne ha fatti tanti, a cominciare dal non aver proposto alla Russia un sistema di sicurezza condivisa alla fine del bipolarismo, dall’aver allargato un’alleanza che avendo esaurito il ruolo per cui era sorta avrebbe dovuto essere sciolta e per non aver fatto nulla per prevenire lo scoppio della guerra boicottando anche le prime trattative, come dettagliatamente ricostruito dal prof. Jeffrey Sachs già consulente del presidente Gorbachev. Una responsabilità anche occidentale, quindi, evidente, ma che non giustifica. Una cosa è infatti spiegare, sulla base delle leggi della geopolitica le dinamiche che portano allo scoppio di una guerra e un’altra è utilizzare questo per giustificare la scelta di invadere un paese.

Il movimento per la pace è convinto, come dimostrano i sondaggi, di rappresentare la grande maggioranza dell’opinione pubblica, in occidente, ma in particolare nel Sud Globale. Su questo importanti sono state le testimonianze dei delegati dei paesi del sud del mondo, numerosi da tutti i continenti. La gran parte dei paesi del mondo, che rappresentano il 75% della popolazione mondiale non ha aderito alle sanzioni economiche, pur condannando l’invasione russa perché – ha detto la prof.ssa indiana Anurada Chenoy, “non si fida dell’Occidente” sulla base dell’esperienza di 500 anni di colonizzazione e teme che da questa guerra emerga un consolidamento di una posizione di dominio globale occidentale. Questa posizione, ha aggiunto è condivisa da paesi democratici e non democratici e spiega la nascita di numerose iniziative di pace che provengono dall’emisfero sud. “Il Sud propone cooperazione e l’occidente risponde competizione, il Sud propone multipolarismo l’Occidente risponde unipolarismo”. È la evocativa sintesi proposta dalla prof.ssa Chenoy, concetto ripreso in un applauditissimo intervento del vicepresidente colombiano Davis Choquehuanca. “Occorre porre termine alla politica della divisione proposta dall’occidente” ha detto aggiungendo la necessità di una politica globale ispirata a unità, armonia e cooperazione non solo tra le nazioni ma anche con la madre terra.

Molto interesse quindi per le proposte che vanno nella direzione del negoziato, dopo quella della Cina, l’iniziativa brasiliana, dei capi di stato africani, la proposta indonesiana, che si aggiungono al tentativo di mediazione turco, fallito, o fatto fallire, nel marzo 2022 e a quella vaticana che, si è appreso durante la conferenza, sta per essere lanciata insieme a decine di premi Nobel per la pace.

Tutte iniziative di pace che la conferenza non giudica nel merito, ma che appoggia e sosterrà attivamente nel loro insieme. E’ questo un altro impegno indicato nel comunicato finale, perché, è stato detto, è necessario che la comunità internazionale a partire dalle Nazioni Unite – molo criticate per l’inazione – agisca attivamente anche perché la guerra riguarda tutti. La guerra non fa vittime solo in Ucraina o in Russia, ma ha fatto vittime, in particolare in Africa, per la crescita dei prezzi alimentari, ha fatto aumentare i costi energetici in tutto il mondo creando milioni di poveri, sta provocando una restrizione degli spazi democratici in tutti i paesi e, come nessun intervenuto ha mancato di ricordare, può portare all’olocausto nucleare.

Articolo di Fabio Alberti, uscito l’11/06/2023 su serviziopubblico.it


Di seguito il testo della “Dichiarazione di Vienna per la Pace” elaborata dalle organizzazioni partecipantiqui scaricabile in formato PDF

Pace con mezzi pacifici. Cessate il fuoco e negoziati ora!

Noi, organizzatori del Vertice internazionale per la Pace in Ucraina, chiediamo ai leader di tutti i Paesi di agire a sostegno di un immediato cessate il fuoco e di negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina.

Siamo una coalizione ampia e politicamente diversificata che rappresenta i movimenti per la Pace la società civile, compresi i credenti, in molti Paesi. Siamo fermamente uniti nella convinzione che la guerra sia un crimine contro l’umanità e che non esista una soluzione militare alla crisi attuale.

Siamo profondamente allarmati e rattristati dalla guerra. Centinaia di migliaia di persone sono state uccise e ferite, e milioni di persone sono sfollate e traumatizzate. Città e villaggi in tutta l’Ucraina, così come l’ambiente naturale, sono stati distrutti.

Morti e sofferenze ben più gravi potrebbero ancora verificarsi se il conflitto dovesse degenerare fino all’uso di armi nucleari, un rischio che oggi è più alto di qualsiasi altro momento dalla crisi dei missili di Cuba.

Condanniamo l’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia. Le istituzioni create per garantire la Pace e la sicurezza in Europa hanno fallito e il fallimento della diplomazia ha portato alla guerra. Ora la diplomazia è urgentemente necessaria per porre fine al conflitto armato prima che distrugga l’Ucraina e metta in pericolo l’umanità.

Il cammino verso la Pace deve basarsi sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell’autodeterminazione di tutte le comunità.

Sosteniamo tutti i negoziati che possano rafforzare la logica della Pace invece dell’illogica della guerra.

Affermiamo il nostro sostegno alla società civile ucraina che difende i propri diritti. Ci impegniamo a rafforzare il dialogo con coloro che in Russia e Bielorussia mettono a rischio la propria vita per opporsi alla guerra e proteggere la democrazia.

Invitiamo la società civile di tutti i Paesi a unirsi a noi in una settimana di mobilitazione globale (da sabato 30 settembre a domenica 8 ottobre 2023) per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra.

Vienna, 11 giugno 2023

“Tutti dobbiamo fare la nostra parte, per essere all’altezza del compito della Pace” (Albert Einstein).