Proteggere il sorriso di bambine e bambini

13 Dicembre 2023, 14:21

Disegni sulle pareti, tappeti, giocattoli, matite. E colori, colori da per tutto. Quelli che nella città di Raqqa, in Siria, devastata da 12 anni di guerra, non ci sono più da tanto tempo.

Tornano a vivere invece nello Spazio Sicuro per bambini e bambine che abbiamo aperto in città per creare un luogo in cui recuperare ciò che resta della loro infanzia, travolta da un conflitto di cui non hanno alcuna colpa.

Entrandoci vengono accolti/e con calore dalle operatrici locali e dal sorriso dolce di Lasu, Specialista in Protezione di Un Ponte Per.

Il loro compito è accompagnare bambini e bambine sopravvissute a violenze, traumi o esposte ad abusi e lavoro minorile con servizi di assistenza psicologica gratuita. Molto spesso, tutto questo avviene giocando.




Si potrebbe pensare che si tratti di semplice assistenza, ma questa iniziativa salva vite umane”, ci ha raccontato Lasu quando lo abbiamo incontrato nello Spazio Sicuro a Raqqa, durante la nostra ultima visita in Siria, lo scorso settembre. “Riporta sorrisi sui volti di bambini e bambine”, e sorride anche lui mentre ce lo spiega.

“Lavoriamo ogni giorno per garantire loro protezione, aiutandoli/e a identificare i rischi e dando loro gli strumenti necessari per denunciare episodi di violenza, sfruttamento o abuso. Penso a un’iniziativa che abbiamo organizzato di recente in occasione della Giornata Internazionale contro il lavoro minorile. Abbiamo svolto alcune attività per creare consapevolezza sia tra i bambini e le bambine dello Spazio Sicuro sia nella loro comunità. Durante l’evento, uno dei nostri bambini ha manifestato disagio e l’operatrice lo ha subito notato. Il bambino ha poi rivelato di essere lui stesso coinvolto nel lavoro minorile. La scoperta di questa realtà gli aveva spezzato il cuore”, ricorda Lasu.

L’operatrice è quindi riuscita a indirizzare quel bimbo verso il supporto specifico di cui aveva bisogno. “Questa storia rappresenta solo un caso tra tanti, ma aiuta a comprendere l’efficacia delle attività che svolgiamo e l’importanza di creare spazi a misura di bambini e bambine”, sottolinea.

La guerra in Siria ha comportato costi altissimi per la loro salute mentale: già da piccolissime/i hanno subito bombardamenti, distruzione, sfollamento, affrontando lutti terribili come la perdita dei genitori.

Sei anni dopo la battaglia di Raqqa, che liberò la città dal controllo dello Stato Islamico (Daehs) che l’aveva scelta come sua roccaforte, le bambine e i bambini crescono ancora tra le macerie. Il 60% di loro non va a scuola, l’80% degli edifici è distrutto. Spostandosi per la città non è raro vederli/e giocare tra le macerie di palazzi distrutti, o scoprire che per loro la scuola è diventata un lusso.

Ecco perché lo Spazio Sicuro di Raqqa è così importante. Per loro, e anche per noi.

Tra le piccole frequentatrici più assidue ci sono anche Miriam, Bissan e Ghazal. Tre sorelle originarie di Aleppo, nate e cresciute sotto la guerra. Come tutte le bambine e i bambini che abbiamo conosciuto nello Spazio Sicuro, anche loro hanno vissuto “esperienze difficili da gestire persino per un adulto”, come ci ha raccontato Nada, la loro madre adottiva, quando l’abbiamo incontrata a Raqqa.

“Hanno perso il loro fratello di 10 anni e poi, in un altro bombardamento, la mamma”. Mariam, Bissan e Ghazal sono fuggite dalla loro casa di Aleppo e sono arrivate a Raqqa dove oggi vivono con il padre e Nada.

L’esperienza di perdere uno o entrambi i genitori è tra le più diffuse e difficili da gestire, lasciando i bambini e le bambine con un grande senso di solitudine e insicurezza.

“Mariam, Bissan e Ghazal erano timide e non volevano mai trascorrere il loro tempo con altri bambini”, ci ha raccontato Nada. “Due anni fa io e il padre le abbiamo portate nello Spazio Sicuro di Un Ponte Per e nell’ultimo anno stiamo vedendo grossi progressi. Interagiscono di più e hanno amici sia qui che scuola”.

E sono state proprio le tre bambine a raccontarci quanto amino lo Spazio, perché lì possono “cantare, disegnare, ed esprimere le nostre opinioni”.

Oggi, ciò che si sente risuonare tra le pareti dello Spazio Sicuro di Raqqa sono le risate di bambine e bambini. Quelle risate che vogliamo continuare a proteggere e assicurare, grazie all’impegno dei nostri operatori e delle nostre operatrici, e delle tante persone che sostengono da lontano il nostro lavoro.

Anche a quelle risate, che speriamo possano tramutarsi in forza per affrontare il futuro, abbiamo voluto dedicare la nostra campagna di Natale “Libere di Rompere”. Scopri cosa puoi fare per sostenerci su www.liberedirompere.unponteper.it.