Di nuovo a scuola, con il sorriso

29 Dicembre 2015, 11:02

Parte la seconda fase del nostro progetto dedicato a salute mentale e istruzione per i bambini iracheni e siriani fuggiti dalla guerra.

Durerà sino all’agosto del 2017 la seconda fase del progetto “Ibtisam” (Sorriso), lanciato nel corso dell’emergenza umanitaria del 2014 per rispondere alle esigenze dei bambini in fuga dalla guerra in Siria e dall’avanzata di Daesh in Iraq grazie al sostegno della Caritas Svizzera.

Ancora una volta l’obiettivo principale è garantire sostegno psico-sociale ai piccoli studenti sfollati iracheni e rifugiati siriani delle scuole primarie e secondarie del Kurdistan iracheno, dove hanno trovato rifugio in questi anni tra molte difficoltà. Ed in particolare ad Ainkawa, il distretto cristiano di Erbil.

Sin dall’inizio di questo lavoro sono state 5 le scuole coinvolte (che diventeranno 13 in questa seconda fase), per un totale di 4.600 bambini, che grazie all’impegno di insegnanti, operatori sociali, psicologi e psichiatri hanno preso parte a sedute di gioco-terapia, gruppi di resilienza e attività fondamentali per superare i traumi della guerra.

Scuole che sono diventate anche esempi di integrazione tra bambini provenienti da contesti diversi, ma accomunati dall’aver dovuto vivere situazioni terribili.

Ecco perché lo scopo di “Ibtisam”, sin dalla prima fase, è stato cercare di aiutare con formazioni specifiche in primo luogo gli insegnanti ad identificare bambini che mostrassero possibili segnali di trauma, capendo insieme come affrontarli.

Un progetto pensato e realizzato nella sua prima fase insieme a direttori scolastici, insegnanti, operatori sociali, e che in modo congiunto proseguirà anche nei prossimi mesi, nel tentativo di ricreare nelle scuole e dentro le classi quel clima di serenità e normalità che viene meno in situazioni di emergenza e condizioni di sfollamento, per permettere ai bambini di proseguire il loro percorso scolastico, ma anche di immaginare un futuro libero dalla paura.

“Ibtisam” a quell’emergenza si è adattato, ma affonda le sue radici molto più lontano nel tempo. Prima che Daesh sconvolgesse il paese ancora una volta infatti, il progetto prevedeva distribuzioni di kit scolastici per i bambini delle comunità ezide e cristiane di Bashiqa e Qaraqosh, aree poi finite sotto il controllo dei miliziani.

Per questo lo abbiamo modificato, d’accordo con il donatore, convertendo i fondi prima in distribuzioni di emergenza, poi di nuovi kit scolastici, infine spostandoci insieme alle comunità, seguendole nel loro lungo cammino verso la ricerca di un nuovo luogo sicuro in cui vivere.

Il lavoro dello scorso anno ha dato risultati entusiasmanti: i bambini ne hanno tratto giovamento, e il Dipartimento di Salute Mentale di Erbil ha scelto di usarlo come buon esempio per la modernizzazione delle sue strutture, nel tentativo di integrare il settore dell’educazione e quello della salute mentale.

In linea con il nostro agire, che considera l’emergenza anche un’opportunità di miglioramento delle condizioni pre-esistenti.

Per costruire un futuro in cui non ci sia più bisogno di interventi umanitari, e ciò di buono che si è costruito insieme possa rimanere, diventando un patrimonio collettivo.

“Ibtisam”, come altri progetti, fa parte del nostro Programma di Sostegno ai Minori in zone di conflitto, dedicato in modo particolare alla salute e all’istruzione in Siria e Iraq.