Nuove formazioni per la tutela del patrimonio culturale iracheno

1 Dicembre 2015, 12:17

Proseguono i nostri corsi di formazione in Iraq per il restauro e la conservazione degli antichi manoscritti sottratti dalla furia distruttiva di Daesh (Stato Islamico) durante la fuga dalla Piana di Ninive.

Sono ricominciati i training in restauro e conservazione di libri e manoscritti presso il centro per sfollati “El Emel£ (La Speranza) di Ainkawa, il distretto cristiano di Erbil, nel Kurdistan iracheno.

Il secondo mese di formazioni è parte del progetto “Out of the Siege”, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), inserito nel nostro decennale Programma per la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico e artistico iracheno “Il Sapere che resiste”.

I corsi sono tenuti da docenti specializzati nel settore, e mirano alla formazione di 9 addetti appartenenti ad alcune delle minoranze irachene con cui lavoriamo da anni nel supporto per la salvaguardia del patrimonio culturale iracheno, nell’ottica del dialogo tra le diverse comunità.

Altri corsi in conservazione preventiva e digitalizzazione si sono tenuti nel corso dell’anno, nell’ambito dello stesso progetto.

Alcuni dei partecipanti al training sono fuggiti nell’estate 2014 dalla città di Qaraqosh, nella Piana di Ninive, quando Daesh ha preso il controllo dell’area.

Fortunatamente, sono riusciti a portare in salvo preziosi manoscritti: un patrimonio dell’umanità che, altrimenti, sarebbe andato perduto. Alcuni volumi appartengono alla comunità caldea del Monastero di Nostra Signora delle Sementi di Al Qosh che si trova a pochissimi chilometri dall’attuale linea del fronte con Daesh, e che a sua volta conserva una preziosa raccolta libraria.

I manoscritti che verranno trattati durante il corso datano tra il XIV ed il XX secolo e costituiscono un patrimonio culturale inestimabile che è parte integrante della storia dell’umanità. Al termine del corso i partecipanti saranno in grado di conservarlo adeguatamente e trasmetterlo alle generazioni future.

Anche così si combatte la furia iconoclasta di Daesh.