UPP IRAQ. “Stop alle violenze nel Sinjar! Chiediamo pace e giustizia riparativa”

4 Maggio 2023, 13:22

Siamo estremamente preoccupate/i nell’osservare gli eventi di questi giorni in Sinjar (Shengal, in curdo). La nuova escalation di tensioni – cominciate lo scorso 25 aprile e che vanno avanti fino ad oggi – sta mettendo a repentaglio la stabilizzazione di una pace positiva e sostenibile nell’area irachena che, lo ricordiamo, è stata il triste teatro di un genocidio: quello operato dai miliziani Daesh/ISIS sulla popolazione ezida.

Il nostro staff iracheno racconta in una nota quello che sta accadendo: “Nell’ultima settimana, in Sinjar sono aumentati i discorsi d’odio e le mobilitazioni pubbliche per denunciare il ritorno nell’area di alcune famiglie musulmane sfollate. Tante persone si stanno unendo alle proteste per stigmatizzare il ritorno di queste famiglie, perché le ritengono famiglie ex affiliate Daesh/ISIS e quindi colpevoli di aver partecipato al genocidio perpetrato contro la comunità ezida (maggioritaria nell’area, ndr). Il deterioramento degli eventi di questi giorni in Sinjar, viene sfruttato da un giornalismo sensazionalistico – specialmente sulle piattaforme social – che ha interesse a polarizzare le comunità etno-religiose del Sinjar, anche attraverso l’uso di notizie non confermate e fake news. In questo modo, si soffia sulle tensioni esistenti e se ne creano di nuove. Queste tensioni, che sono sia intra che inter comunitarie, minacciano la pace sociale di uno dei luoghi che più ha sofferto il terrore dell’autoproclamato Califfato. È piuttosto spiacevole che le voci piene di odio siano più forti di quelle del dialogo, della nonviolenza e di anni di sforzi per la coesione sociale tra le comunità e all’interno di esse, con il fine di rifondare la coesistenza pacifica nel distretto”.

“Come Un Ponte Per, crediamo fermamente nel dialogo e nella trasformazione nonviolenta dei conflitti come alternativa rispetto all’odio e alla violenza che stanno destabilizzando il Sinjar, anziché mitigare le tensioni e contribuire a sostenere una pace positiva. Invitiamo quindi tutti gli abitanti del Sinjar e le popolazioni irachene in generale, ad affrontare gli eventi di questi giorni con grande vigilanza ma anche con prudenza, tenendo conto che ciò che viene pubblicato su alcune pagine social e alcuni siti web, sono spesso fake news che mirano soltanto a polarizzare le comunità, destabilizzando così il distretto: un obiettivo che non ha nulla a che fare con l’interesse generale della gente comune e delle varie comunità etno-religiose di Sinjar”- continua la nota.

“Pertanto, chiediamo al Governo di promuovere un’agenda per la giustizia riparativa nel Sinjar e di intraprendere azioni concrete a tal fine. Queste azioni dovrebbero includere (ad esempio) una accurata indagine sulle famiglie rientrate, affinché gli individui che hanno commesso crimini contro la comunità ezida siano perseguiti nelle sedi opportune e assicurati alla giustizia. Invitiamo ancora una volta l’opinione pubblica locale a non farsi trascinare da logiche faziose, figlie di discorsi politici contrapposti che portano avanti soltanto i rispettivi interessi, a scapito della stabilità e della pace nel Sinjar” – conclude la nota del nostro staff iracheno.